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Il convento cappuccino più antico della Svizzera si avvicina agli appuntamenti natalizi. Stiamo parlando della struttura francescana di Bigorio, fondato nel 1535

Il convento cappuccino più antico della Svizzera si avvicina agli appuntamenti natalizi. Stiamo parlando della struttura francescana di Bigorio, fondato nel 1535 a soli 10 anni dalla riforma cappuccina.

 

DALL'INCENDIO AL RILANCIO

La notte del 6 febbraio 1987, un incendio distrusse parzialmente il convento provocando ingenti danni. L'attività fu sospesa per consentire i lavori di ricostruzione e di miglioria, resi possibili anche dal generoso aiuto di una moltitudine di persone e di enti. L'attività fu ripresa regolarmente il 1 ottobre 1988. Da allora, circa 1500 persone all'anno giungono ospiti al convento, per seminari, corsi e giornate di formazione.

 

I FRATI E LE ATTIVITA'

Oggi al Convento sono presenti due frati cappuccini: Fra Roberto Pasotti, Direttore della Casa e Fra Michele Ravetta, Cappellano delle strutture carcerarie. Sono loro a coordinate le attività che nel mese di dicembre hanno riguardato la mostra sul convento, in occasione dei 480 dalla fondazione, la giornata dedicata alla produzione del miele e sopratutto la vigilia di Natale con la santa messa e il tradizionale scambio di auguri.

 

IL PROGRAMMA 2016

Nel 2016 i Cappuccini hanno già stilato un programma intendo di attività, che illustriamo nel dettaglio. "Giornate di ritiro: silentum" - Fra Roberto Pasotti; "Pagine del Vangelo. Le beatitudini" - Don Nicola Zanini;  "La meditazione cristiana" - Fra Andrea Schnöller; L'arte medievale tra il primo e il secondo millennio cristiano - Don Claudio Premoli; "Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso" - Don Mauro Orsatti

 

IL MUSEO CAPPUCCINO

Chi va a visitare il convento, che non è lontano da Lugano, non può sottrarsi da una visita del museo annesso ad esso. «Gli oggetti qui riuniti hanno tutti quanti un'origine cappuccina, taluni come manufatti di casa, altri in ragione dell'uso fattone. L'insieme é il risultato delle due forze contrastanti che segnano ovunque la cultura cosiddetta materiale: conservazione e rinnovamento», spiegano i cappuccini.