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E’ arrivato il momento di tenerci per mano

Antonio Tarallo
Pubblicato il 29-07-2019

L'immagine delle due sorelline ci obbliga a riflettere profondamente su quello che sta accadendo in Siria

È giunto il momento. È necessario tenerci per mano. “Tenersi per mano”, un’immagine che segnerebbe un nuovo inizio a un Presente che sembrerebbe – quasi – non avere Futuro. Eppure, un futuro, è importante averlo. Per noi, ma soprattutto per i figli che ancora non conoscono la luce del mondo. Le tenebre sembrano davvero avere la meglio. Guardare le immagini, sconvolgenti, trasmesse l'altro giorno dall’emittente Sy24, dal territorio Siriano, che vedevano coinvolte due sorelline tra macerie e polvere, dal tanfo di morte, fa rimanere sgomenti. E, ancor più, assistere quasi inermi all’orribile spettacolo, lascia disorientati.

Le tragiche guerre del passato non hanno insegnato proprio nulla all'Uomo che, tuttora, rimane impegnato in questa corsa senza fine, inspiegabile, verso l’autodistruzione. Davanti a tutto questo, abbiamo l'obbligo umano di prendere coscienza di ciò che la terra siriana vive da anni. Dopo il fotogramma di quella bambina intenta disperatamente a salvare la sorellina – che ha perso la vita nelle macerie della loro abitazione – nasce inesorabilmente una riflessione. Sulla guerra purtroppo c'è poco da dire. Mentre, sul “tenersi per mano”, le onde delle parole e dei pensieri, si infrangono sullo scoglio del pensiero.

“Tenere per mano”, frase che inizia con un verbo: tenere. Il primo significato di questo verbo che ci viene in mente, è abbastanza evidente: il verbo al modo infinito, tenere; la prima persona sarebbe “io tengo”. Nulla di più semplice. Ma se volessimo approfondire il termine, un altro sostantivo – o immagine – potrebbe venir fuori.

“Tenere a una persona”, “io tengo” a una persona. E proprio perché ci tengo, il tenerla per mano, perviene così spontanea il tenerle la mano, non lasciarla. Per non perderla. Quella bambina ci pone delle domande-insegnamenti che un po' tutti – chi meno o chi più – stiamo dimenticando: quanto teniamo alle persone, agli affetti, quanto saremmo disposti a rischiare pur di tenerla con noi, per mano?

La bambina siriana ha perso la vita, pur di tenere con sé la sorella. E, quelle due mani strette l'una all'altra, dovrebbero darci un insegnamento, per questo momento storico. Ognuno di noi, non ce lo nascondiamo, non potrà certo fermare la guerra in Siria. Dato triste, ma è così. Questo compito spetta ai potenti, ai governanti. Spetta, invece, a noi, tenerci per mano. Questo possiamo farlo, ogni giorno, per uscire tutti insieme, dal buio della disumanità.

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