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Cortile di Francesco 2020, Ravasi: 'L'Oltre per i credenti è Dio'

Redazione Mauro Berti
Pubblicato il 19-09-2020

La seconda giornata del Cortile di Francesco 2020 ad Assisi si chiude con la Prolusione alla sesta edizione della manifestazione, dal titolo "Oltre i confini"; un video messaggio del Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che spiega il significato di oltre, e del confine. Al tema dell'"Oltre" è stata dedicata anche la sucessiva lectio con Enzo Bianchi, Fondatore della Comunità monastica di Bose e Alessio Antonielli, della Redazione Rivista San Francesco

"La parola Confine è una parola naturalmente, come tutte le parole, non è frutto soltanto di una eco, di un flusso vocale, ma è sempre qualcosa che rappresenta l'esistenza. Le nostre parole hanno un significato profondo che va oltre quell'istante in cui vengono pronunciate. Tant'è vero che un grande scrittore francese come Victor Hugo diceva: 'La parola è un essere vivente'. Allore questo Oltre-Confine, questo Confine è un essere vivente?", l'incipit della prolusione del Cardinale Ravasi. 

"Lo è - ha detto sempre il Cardinale - se noi stiamo all'interno del termine stesso nella sua origine latina, alla quale vorrei poi associare un'altra parola latina . In latino confine è finis in latino, ha due significati: da un lato è confine, limite, frontiera, infatti viene sempre dal latino figere, cioè conficcare un paletto nel terreno o una pietra che delinea il territorio, ma significa anche finis, il fine da raggiungere. (...) Queste due dimensioni sono all'interno della parola confine, un limite e un oltre".

"Ma ci sono anche due parole, sempre latine, che sono sorelle fra di loro, limen e limes. Limen è alla base della parola limite, è una linea tracciata, il confine cui facevamo riferimento: noi ne abbiamo tanti, ne costruiamo tanti di limen che ci rinchiudono, ma c'è la parola  limes che in qualche modo dà origine al nostro liminare, essere aperti verso, star su, in cima a quella frontiera e guardare oltre, guardare verso l'infinito, verso un grande spazio, verso le altre persone che sono aldilà di questo confine, di questo limen, di questo limes, confine e soglia
". 

"Io direi - ha concluso Ravasi - che noi siamo così su una spiaggia, su un litorale e noi siamo tentati di guardare soltanto da una parte, quindi vediamo solo il limite, quello che c'è all'interno della nostra sola esperienza e dei nostri sensi, della nostra ragione. In realtà su questa pelle, su questa isola che siamo noi battono le frontiere di qualcosa d'altro, siamo invitati verso qualcosa d'altro. L'altro è il diverso da noi, la persona che sta fuori di noi, fuori la nostra isola ma ci può essere un Altro scritto anche con la maiuscola. E anche un Oltre scritto con la maiuscola, e noi sappiamo bene che questo Oltre per i credenti è Dio, l'infinito, l'eterno; per i non credenti è il mistero che ci circonda come creature umane, sono quella domande che non hanno risposta, sono quelle attese quei sogni che sono infiniti e che dicono che noi non siamo soltanto un'isola, non siamo soltanto un confine".

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