Le visite dei pontefici
La temperatura media globale crescerà in misura compresa tra 0,3 e 4,8 gradi (°C) entro il 2100 rispetto alla media 1986-2005 e questo riscaldamento è dovuto con una sicurezza del 95% a cause umane. Le ondate di calore saranno più frequenti e dureranno più a lungo, nelle regioni umide pioverà di più e quelle secche diventeranno più aride. Sono gli allarmanti dati contenuti nel primo capitolo del rapporto sui cambiamenti climatici (AR5) reso noto venerdì a Stoccolma dall'Ipcc (Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici), il cui testo completo sarà diffuso lunedì prossimo.
RIALZO DEI MARI - Rispetto al rapporto precedente del 2007 (AR4) viene delimitato con maggiore accuratezza l'aumento del livello dei mari, che è dovuto in parte allo scioglimento dei ghiacciai continentali e alle calotte glaciali polari, e in parte alla dilatazione termica dell'acqua dovuta al riscaldamento stesso. L'aumento entro la fine del XXI secolo sarà compreso tra 26 e 82 centimetri (nel precedente rapporto era di 18-59 cm). La «forchetta» dell'aumento del livello marino, così come per quella della temperatura, dipende dai quattro scenari identificati nel rapporto: la più bassa se si agisce fin da ora in maniera convinta per la riduzione delle emissioni dei gas serra, la più alta se non si fa nulla.
CAUSE UMANE - Nella sintesi di una trentina di pagine del rapporto Ipcc, che raggruppa oltre 9 mila studi scientifici multidisciplinari, il riscaldamento globale è da attribuire con una sicurezza del 95% a cause umane, un incremento rispetto al 2007 quando questa sicurezza era di «solo» il 90%, e nettamente maggiore rispetto al rapporto AR3 del 2001, quando l’influenza umana era stata accertata con una sicurezza del 66%.
REAZIONI - Ban Ki-moon ha ringraziato l'Ipcc per il suo lavoro «imparziale», dopo che nel 2010 era stato messo sotto accusa dai negazionisti del riscaldamento globale e delle sue cause umane per alcuni errori nel rapporto AR4, in particolare sulla velocità dello scioglimento dei ghiacciai himalayani. «Questo nuovo rapporto sarà essenziale per i governi che lavoreranno per la realizzazione nel 2015 di un accordo ambizioso e legalmente vincolante sul clima», che andrà a sostituire il Protocollo di Kyoto scaduto nel 2012, ha dichiarato il segretario generale dell'Onu. A Parigi tra due anni le nazioni che fanno parte dell'Onu (110 i governi che hanno trovato una mediazione nel rapporto odierno dell'Ipcc) dovrebbero trovare un accordo per riuscire a fissare a non più di 2 °C l'aumento delle temperature medie globali rispetto all'epoca pre-industriale, oggi questo aumento è di 0,8 °C. «La verità spiacevole è confermata», hanno sottolineato in un comunicato congiunto le più importanti organizzazioni non governative ambientaliste e umanitarie tra le quali Wwf, Greenpeace, Oxfam e Amici della Terra. «I cambiamenti climatici sono un fatto reale e proseguono a velocità allarmante, e sono provocati dalle attività umane, in primo luogo dall'utilizzo di combustibili fossili».(Corriere)
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