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Al Qaeda rivendica l’attentato a Charlie Hebdo. La rivista oggi in edicola con tre milioni di copie

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Il braccio di al-Qaeda nello Yemen ha rivendicato ufficialmente l’attacco contro la sede del magazine Charlie Hebdo a Parigi, che ha provocato 12 morti. Lo ha riferito l’inviato di al-Jazeera a Sana’a. 

CHARLIE TORNA IN EDICOLA 

Intanto oggi è il giorno della rinascita di Charlie Hebdo: la rivista satirica ha inondato le edicole di tutta Europa con 3 milioni di copie, in 16 lingue diverse. Le principali organizzazioni musulmane in Francia hanno rivolto un appello alla comunità perché si mantenga «la calma, evitando reazioni emotive». L’autorità musulmana d’Egitto, Dar al-Ifta, ha già definito il nuovo numero «una provocazione ingiustificata nei confronti del miliardo e mezzo di musulmani in tutto il mondo». Il vignettista Luz ha raccontato la genesi del fumetto: «Il nostro Maometto è più simpatico di quello dei terroristi». Quanto alle conseguenze, «nessuna inquietudine»: «Faccio affidamento sull’intelligenza delle persone. Chi ha commesso questo attentato manca di umorismo». 

LA TURCHIA VIETA LA PUBBLICAZIONE DELLE VIGNETTE DI CHARLIE 

La polizia turca ha controllato le copie del quotidiano laico di opposizione Cumhuriyet prima che arrivassero nelle edicole per verificare che non vi fossero pubblicate vignette di Charlie Hebdo su Maometto.

Cumhuriyet aveva annunciato di voler pubblicare una selezione di vignette del giornale satirico francese come gesto di solidarietà. Gli agenti hanno bloccato i camion con le copie pronte per essere distribuite proprio fuori dalla tipografia, ma non avendo trovato nessuna vignetta «offensiva» nei confronti della religione non ne hanno bloccato la distribuzione.

Su Cumhuriyet oggi ci sono quattro pagine di disegni satirici di Charlie Hebdo, ma nessuna che riguardi Maometto. Anche se a pagina 5 del quotidiano, accanto ad un editoriale, appare la copertina di oggi del settimanale satirico francese. Stamane, un gruppo di studenti pro-islamici ha manifestato fuori dalla redazione del giornale. La polizia turca ha comunque intensificato i controlli alla sede di Cumhuriyet e davanti alla tipografia. 

ARRESTATO DIEUDONNE’ 

Il controverso comico francese Dieudonné è in stato di fermo per apologia del terrorismo. Il provvedimento nei suoi confronti è scattato alle 7 di questa mattina, rende noto l’emittente francese i-Télé. 

Due giorni fa era arrivata la notizia dell’apertura da parte del Tribunale di Parigi di un’inchiesta per «apologia del terrorismo» nei confronti di Dieudonné M’bala M’bala a seguito delle dichiarazioni con cui il comico sulla propria pagina Facebook aveva detto di sentirsi “Charlie Coulibaly”, storpiando così lo slogan “Je suis Charlie” per inserirvi il cognome del terrorista del supermercato di Porte de Vincennes. Dopo l’annuncio della procura di Parigi relativa all’apertura dell’inchiesta, Dieudonné ha pubblicato una lettera aperta al ministero dell’Interno proponendogli di «fare la pace» ma presentandosi al tempo stesso come un “martire dello Stato”. Il premier Manuel Valls da parte sua è intervenuto ricordando che non bisogna «confondere la libertà di opinione con l’antisemitismo, il razzismo, il negazionismo». Questi ultimi, così come «l’apologia del terrorismo», ha detto, «non sono opinioni, sono reati». 

IERI L’ADDIO ALLE VITTIME IN FRANCIA E ISRAELE 

Ieri è stato il giorno dell’omaggio alle vittime degli atti terroristici in Francia: a Parigi, si è svolta una cerimonia in onore dei tre poliziotti assassinati (ed è stato sepolto, nel cimitero musulmano di Bobigny l’agente musulmano, Ahmed Merabet); in contemporanea a Gerusalemme, i funerali dei quattro ebrei uccisi nel bagno di sangue scatenato dai fratelli Kouachi e da Amedy Coulibaly. E intanto arriva un nuovo orrore dall’Isis: in un video, l’esecuzione di due “agenti russi”, e il boia stavolta è un ragazzino di appena 10 anni.

IN EUROPA 5000 JIHADISTI 

Mentre Parigi seppellisce le vittime delle stragi a Charlie Hebdo e al negozio kosher, irrompe un allarme terrorismo che spaventa l’Occidente europeo: secondo il capo di Europol, Rob Wainwrightm, tra 3.000 e 5.000 cittadini europei hanno lasciato il continente per unirsi agli jihadisti di Isis o di al Qaeda per combattere in Siria, Iraq o in altri fronti. Il numero uno dell’agenzia anticrimine dell’Ue ha avvertito che quella attuale è «senza alcun dubbio la più grave minaccia terroristica che l’Europa deve affrontare dall’11 settembre». 

I 5.000 jiahdisti europei al fronte all’estero sono «giovani uomini che eventualmente potrebbero tornare a casa e hanno il potenziale o l’intenzione di compiere attacchi come quelli della scorsa settimana». Europol ha finora schedato nel suo database di terroristi 2.500 persone.

Tuttavia, il capo dell’antiterrorismo Ue, Gilles de Kechove, ha avvertito che «non si possono prevenire nuovi attacchi al 100%». La soluzione, ha aggiunto, non può essere quella di imprigionare i cosiddetti «foreign fighters» (gli occidentali andati a combattere in Siria ed Iraq che tornano in patria) perché le carceri sono diventate «grandi incubatrici» di radicalizzazione. La Stampa

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