attualita

Achille Lauro e il suo San Francesco che fa discutere

Enzo Fortunato sanfrancesco.org
Pubblicato il 05-02-2020

Una valanga di messaggi arrivano alla nostra redazione: avete visto… il riferimento è alla performance di Achille Lauro che propone il gesto della spogliazione di san Francesco. Ma anche tra agenzie e quotidiani il bisogno di sentire un parere. Propongo alcune considerazioni.

La prima di carattere generale: il festival esprime una ricerca di senso e di significato che non può essere messa tra parentesi. La pastorale stessa della Chiesa è chiamata a tenerne conto. Non di rado infatti vescovi e sacerdoti durante le celebrazioni propongono i testi della più popolare kermesse italiana. Sovvengono alcune affermazioni che esprimono anche ‘vette’ di misticismo con Matteo Faustini in Nel bene e nel male: «perché dentro quel rancore si può ancora perdonare». O come in 8 Marzo di Tecla: «Ci vuole forza e coraggio, lo sto imparando vivendo ogni giorno questa vita; comunque dal dolore si può trarre una lezione; e la violenza non ha giustificazione». Anche Levante «Ti prego insisto, fatti il segno della croce e poi rinuncia a Mefisto siamo chiese aperte a tarda sera, siamo noi; siamo l’amen di una preghiera, siamo noi».

La seconda considerazione è quella parola “pace” che apre di fatto il Festival. Fiorello la ripete per ben 11 volte: «In questo mondo c’è bisogno di pace, ma pace, tanta pace. Benvenuti fratelli…C’è bisogno di pace, c’è bisogno di pace. Che bello essere qua! Saluto anche gli amici della galleria: scambiatevi un segno di pace! Ci voleva pace [...]». Ad indicare direttamente o indirettamente che il nostro Bel Paese sta superando i limiti di guardia nella litigiosità, nell’egoismo…

Infine, il gesto e le parole di Achille Lauro di cui vorrei rispettare la sincerità dell’intenzione. Egli stesso lo scrive sui suoi profili social: «La celebre scena attribuita a Giotto in una delle storie di San Francesco della basilica superiore di Assisi, il momento più rivoluzionario della sua storia in cui il Santo si è spogliato dei propri abiti e di ogni bene materiale per votare la sua vita alla religione e alla solidarietà». Rimane discutibile il modo e forse il luogo. Non possiamo ridurre quella scelta di radicale nudità e affidamento a Dio che si rivela come padre di ogni uomo a delle paillettes color carne. Forse per questa scena sarebbe stato preferibile il titolo: I Care e altri abiti. Dove è necessaria una coerenza tra i contenuti del testo, le intenzioni e i gesti. La differenza è proprio qui.

In fin dei conti la prima serata del festival più popolare e più visto d’Italia ci consegna tre ‘verità’: abbiamo bisogno di senso e significato; abbiamo bisogno di pace; abbiamo bisogno di solidarietà. E se oltre la musica concorrono i fatti tutto è più semplice o se volete più francescano.

Enzo Fortunato, Direttore Rivista San Francesco

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA