Le visite dei pontefici
Il "dramma" del credito lo racconta padre Enzo Fortunato, leggendo soltanto i titoli di alcune delle
lettere che ogni giorno arrivano al Sacro convento di Assisi: «Licenziata, vorrei solo che il mio direttore di
banca mi aprisse la porta», «Sola e senza sostegno».
«Oggi - spiega padre Fortunato - ci capita spesso di
trovarci di fronte a fenomeni di usura semiliegalizzata. È sufficiente saltare il pagamento di un paio di rate del
mutuo per accorgersene. A volte dobbiamo essere noi a chiamare i direttori di banca e chiedere di aiutare
qualche famiglia...». Il tema dell'accesso al credito viene sviscerato nell'ambito del dibattito che, oltre a padre
Fortunato, ha visto la partecipazione di Raffaele Bonanni e Giorgio Squinzi. «Proprio padre Enzo - ha detto il
moderatore, Marco Tarquinio, direttore dell'Avvenire - ci può dire qualcosa del sistema bancario, visto che
sono stati proprio i francescani a istituire le banche». Con i monti di pietà per la ridistribuzione della ricchezza
e i monti frumentari per distribuire, invece, i prodotti della terra. Quella filosofia oggi però è superata.
«Le
banche, più che fare il loro lavoro - dice Bonanni - sono interessate a fare finanza, che è molto più redditizio».
Il sistema però si blocca e per le famiglie e le imprese che siano piccole, medie o grandi fa poca differenza
quello della liquidità diventa un sogno. O meglio, un incubo.
«Abbiamo fatto una proposta, già attuata negli
Stati Uniti dal presidente Obama - spiega Bonanni - ossia vietare alle banche commerciali di fare investimenti
in finanza. Un altro punto in agenda per chiudersi alle spalle la porta della crisi.
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