Le visite dei pontefici
Nel giorno dell'abbraccio col Padre, lo vogliamo ricordare con una preghiera sulla Tomba di san Francesco
È morto a Roma, all'età di 93 anni, il senatore Emilio Colombo, ultimo tra i padri costituenti. Una lunghissima carriera all'interno della Democrazia Crostiana lo aveva portato a ricoprire tutte le più importanti tappe del cursus honorum politico: è stato più volte ministro (Agricoltura, Industria, Commercio, Tesoro e Affari Esteri), presidente del Consiglio (dal 1970 al 1972) e presidente del Parlamento europeo.
Due le visite in Assisi. La prima in occasione della festa di San Francesco nell'anno 1955, con il Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.
La seconda storica visita fu per la festa del patrono d'Italia nel 1971. Fu il primo Presidente del Consiglio a rendere omaggio al santo di Assisi in occasione della sua celebrazione il 4 ottobre.
LA VITA - Colombo era nato a Potenza nell’aprile del 1920. Nella sua lunga carriera politica e istituzionale, sempre interna alla Democrazia Cristiana dalla sua fondazione al suo scioglimento, è stato presidente del Consiglio, ministro degli Esteri, ministro del Tesoro, dell’ Agricoltura, dell’Industria, del Commercio. Ed era stato nominato senatore a vita nel 2003 dall’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. E proprio nel 2003, poco dopo i laticlavio, a seguito della sua chiamata in causa in un'inchiesta per fatti di droga da cui uscì senza conseguenze, Colombo ammise pubblicamente di aver fatto uso di cocaina "per uso terapeutico". "Nella vita di ogni persona - disse - si tenta di inviare dei messaggi positivi. Tra quelli negativi, da parte mia, c`è questo episodio. Per il quale oggi, in piena onestà, mi sento di dover chiedere scusa al Paese. Sì, di chiedere scusa". La sua ultima uscita pubblica è stata la presidenza del Senato nella prima seduta di questa legislatura conclusasi con la proclamazione da parte di Colombo di Pietro Grasso quale nuovo presidente del Senato. Colombo ha partecipato attivamente alla transizione della Democrazia Cristiana nel nuovo Partito Popolare Italiano di Mino Martinazzoli, avvenuta nel 1994.
In occasione del primo congresso del partito, nel luglio del 1994, è stato tra i principali sostenitori della segreteria di Rocco Buttiglione. Tuttavia nel 1995 nella querelle che divise il Ppi tra i favorevoli ad un’alleanza di centrodestra con Berlusconi (guidata dal segretario Rocco Buttiglione) e i favorevoli ad un’alleanza col centrosinistra con Romano Prodi (guidata da Gerardo Bianco e dal presidente Giovanni Bianchi), egli aderì alla linea di Gerardo Bianco, prendendo le distanze da Buttiglione. Pur senza incarichi di partito e uscito dal Parlamento dall’agosto 1992 (le sue dimissioni si resero necessarie perché in quell’occasione la segreteria della Dc stabilì l’incompatibilità tra la carica di ministro e quella di parlamentare), militò nel PPI fino al 2001, quando abbandonò il partito in polemica con la dirigenza che non gli aveva riservato un collegio al Senato per le elezioni politiche del 2001. Passò quindi a Democrazia Europea di Sergio D’Antoni che lo candidò al Senato in un collegio della Basilicata, dove tuttavia non venne eletto.
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