Le visite dei pontefici
Nello “spirito di Assisi” anche quest'anno, il giorno 22 ottobre, presso la Basilica di San Francesco, sarà celebrata una giornata ecumenica che avrà come tema: “Assisi nuova via”. Giornata di preghiera e di riflessione insieme ai cristiani della Riforma. L'anno scorso lo stesso evento ha avuto come titolo: “Assisi nuovo Oriente”. Giornata di preghiera e di riflessione insieme ai cristiani ortodossi. Nella prima parte dell'incontro dedicato allo studio e all'approfondimento porteranno il loro contributo i relatori: Benedict Winsper (frate francescano anglicano), Frederik Hjerrild, (Ministro della Chiesa evangelica-luterana danese e presidente del Circolo d'Assisi in Danimarca) e Paolo Ricca (Docente emerito di Storia della Chiesa della Facoltà Valdese di Teologia di Roma). La giornata si concluderà nella Basilica Inferiore, con un dramma musicale intitolato:
Paolo, l'uomo di Tarso (testo di Maurizio Mala' e musiche di p. Giuseppe Magrino, OFMConv). San Paolo racconta le sue vicende storiche: la sua conversione, i suoi viaggi... perché è convinto che «non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me». I cristiani della Riforma sentono da tempo una particolare attrattiva per san Francesco nonostante la loro visione sui santi, sulla santità e sull'aiuto della loro intercessione. La storia ci dimostra che l'Assisiate e la tradizione francescana rappresentano un ponte naturale fra cattolici e cristiani della Riforma. In un certo senso, ai loro occhi, Francesco uomo evangelico non fu né cattolico né protestante, fu cristiano; un santo evangelico accolto da donne e uomini appartenenti a molte culture, chiese e religioni.
Tra l'Ottocento e il Novecento, cattolici e protestanti si vedevano impegnati nella riscrittura della vita del Santo, nella quale era individuato l'esempio di una fede sorgiva ed esemplare, capace di superare
le difficoltà imposte dal confronto tra le confessioni ufficiali e la modernità. Riformati e cattolici erano uniti nell'individuare nel Poverello di Assisi il simbolo di una santità mistico/profetica, soggettiva e antidogmatica, accordabile col proprio credo. Il “Franz von Assisi” del protestante Karl Hase, pubblicato del 1856, e presentato successivamente nella traduzione francese da Ernesto Rénan preparò la strada a Paul Sabatier (1858-1928). Fu proprio questo teologo protestante a “suscitare” tra i cattolici l'esame minuzioso e le ricerche sui primitivi testi riguardanti il Santo di Assisi. Dopo “La Vie de Saint François d'Assise” di Sabatier, tutti gli studiosi e appassionati hanno dovuto ristudiare e rivedere la figura del Poverello, riconoscendolo nella sua autentica esperienza evangelica.
L'ampio convergere di viaggiatori pellegrini protestanti e anglicani
verso la città di Assisi è stata sempre una spia della straordinaria popolarità di san Francesco. Sempre più visitata dai numerosi pellegrini provenienti da vari angoli del mondo, la città di Assisi viene identificata con lo spirito francescano, e in essa si percorrono i luoghi legati alla vita di Francesco dove si riscoprono la pace, la fraternità, il perdono, il rispetto della natura e di ogni essere, la letizia e la speranza, la voglia di vivere; tutti
elementi che incidono sullo spirito dei visitatori. Chi si mette in viaggio non è sempre un pellegrino, ma lo può diventare e la ricerca si compie nell'incontro. L'esempio tipico del pellegrino che si presenta realmente come un ricercatore che non si ferma e si immerge profondamente in una comunione spirituale con il Santo, è stato senza dubbio Johannes Jørgensen. Convertito ad un cattolicesimo più francescano che cristiano, grazie al frate francescano conventuale Felice Spée, lo scrittore danese ripercorreva la via di san Francesco per ascoltarne la voce presente nei luoghi e cercarne le tracce nei volti dei frati che a distanza di secoli ne ripetono i gesti.
Il suo cammino francescano lo immette misteriosamente e progressivamente in uno spazio
sempre più ampio che consente di raggiungere il profondo di sé stesso.
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