approfondimenti

Quanta intelligenza... sprecata!

Fra' Vicino
Pubblicato il 30-11--0001

Se avessimo un po' più di fede entreremmo nell'amore di Dio che “disarma” menti e cuori.



Le poliedriche funzioni che si svolgono nella nostra società esprimono quella ricchezza che riempie la terra di diversità, sia nell'essere che nell'operare, facendoci ammirare le molteplici creatività di cui siamo capaci. È emblematica ad esempio la risposta che danno tre lavoratori di pietra a chi gli chiedeva cosa stessero facendo. Il primo rispose: Mi guadagno da vivere. Il secondo: Taglio le pietre per una casa. L'ultimo disse: Faccio una statua come ricordo del nostro lavoro. Così, c'è chi fa il contadino, chi l'industriale o il medico, altri sono artisti, altri religiosi, politici. etc. Sappiamo però che non tutto ciò che l'opera umana ha compiuto e sta facendo anche ai nostri giorni, è secondo il Progetto divino. La distorta visione del possesso accentrato e non distribuito, ha portato l'umanità nell'insicurezza, alimentando verso il prossimo una congenita paura, fi no a vederlo come un possibile nemico da cui difendersi e a volte combatterlo. «Ho lavorato per tutta la mia vita in una fabbrica di armi ed ora che sono pensionato, rivedendo come ho usato il mio tempo, provo un grande rimorso nella mia coscienza, perché ho causato ed alimentato anche se indirettamente, la morte di quel prossimo che la mia fede, mi dice di amare e non di uccidere! L'intelligenza è il Dono per eccellenza che Dio ci ha dato, essendo un barlume della sua Sapienza. Sento ancora oggi nella mia esistenza come un opprimente cappa di piombo, che è diffi cile rimuovere, pur essendo passata la Misericordia di Dio». Quanta intelligenza spreca l'umanità, operando in quelle industrie che sono veramente le fucine del Demonio e che in ultima analisi sono anche una falsa economia per le Nazioni che producono armi. Ci sarebbe da vergognarsi vedendo quelle manifestazioni e parate militari che si gloriano dei terribili armamenti escogitati per distruggere la stessa umanità, mentre ancora sentiamo e vediamo anche da parte di troppi cristiani, il plauso consenziente a queste opere di morte. Un quarto di ciò che si spende per gli armamenti sarebbe più che suffi ciente per dare una degna esistenza a quanti ancora oggi muoiono di fame nel mondo. Come sarebbe bello far nostre quelle rassicuranti parole che Dio, attraverso il salmista, dice: “Ascolta o popolo mio, ti voglio ammonire [...] Israele se tu mi ascoltassi! Sono Io il tuo scudo, il tuo riparo, la tua forza e la tua salvezza!”. Queste parole, dette al Popolo eletto, oggi risuonano anche per noi cristiani e dovrebbero farci meditare e rifl ettere, anche nelle scelte di certi lavori che ci richiede la nostra società civile, rifi utando certe offerte di lavoro e confi dando in Colui che apre la sua mano e sazia la fame di ogni vivente. Se avessimo un po' più di fede entreremmo nell'amore di Dio che disarma menti e cuori da ogni paura, pregiudizi e timori, divenendo, sull'esempio di San Francesco, strumenti di vera Pace e di Bene. È utopia? I miracoli lo sono, e per questo credo fermamente che ciò avverrà, perché di Dio è la terra e quanto essa contiene!

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