approfondimenti

Due generazioni a confronto

Emanuele D'Aniello
Pubblicato il 30-11--0001



La verifica della realtà, scrivevo lo scorso articolo, è un passo utile verso lo sviluppo della coscienza nel discernere le “chimere” dai “desideri” più profondi e duraturi che reggono alla prova della realtà. Per crescere l'adolescente ha necessità di affrontare e di superare alcuni “oggetti vecchi”. Un primo aspetto che il giovane affronta è la “ricontrattazione” con i genitori, che si protrae nel tempo, in cui percepisce di essere intralciato nella via dell'autonomia e verso la propria espansione territoriale, in ricerca di nuovi orizzonti relazionali. Per esemplifi care: un ragazzo/ a chiede di passare più tempo con gli amici, i genitori pur permettendo l'uscita, ricordano che c'è anche la famiglia. La spinta verso l'organizzazione di nuove forme di vita sociale è primaria e inizia quando il soggetto cerca forme di convivenza e di cooperazione con i coetanei. È un'esigenza, che si può paragonare a quella del sonno e della fame. In questa situazione contrattuale può accadere, con una certa frequenza, che nella mente del ragazzo/a si insaturi il confl itto tra le esigenze della devozione e sudditanza ai “vecchi oggetti” e la soddisfazione, urgente e spesso dolorosa, della “fame” di conoscere nuovi ragazzi e ragazze per svolgere il proprio ruolo sociale, individuando così nuovi ideali, nuove mode e idoli mai visti e ora adorati con tanto ardore: “quella cantate è mitica come il mio gruppo che ha partecipato insieme a me al suo nuovo concerto... è come me, come se parlasse il mio cuore”. Nella maggior parte dei casi la spinta sociale si impone e contribuisce ad accelerare il processo di separazione dalle immagini dei famigliari depositate nel museo del mondo interno, mentre si assiste ad una progressiva ricontrattazione degli spazi di autonomia con i genitori “reali”, quelli in carne e ossa che girano per casa, sgonfi ati oramai dall'alone di onnipotenza che il bambino aveva percepito inizialmente per sentirsi protetto e garantito, e che ora giacciono ad un livello di prestigio e di luminosità molto fi ochi. Questi genitori, spodestati, insistono nel pretendere che il ragazzo/a ammetta di essere prima di tutto fi glio/a e membro stabile della famiglia. Si innesca così una guerriglia domestica fra i partigiani della socializzazione e i sostenitori dell'appartenenza famigliare, che non può essere confusa con una “pensione” in cui ci si reca all'ora dei pasti e la notte, il più tardi possibile, per dormire un po' prima di andare a riposarsi a scuola. Due generazioni a confronto che non possono condividere gli identici schemi o gusti esistenziali, ma il dissenso che ne consegue, non può alterare in nessun modo il loro legame d'amore famigliare.

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