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Gioventù francescana: 'sono sempre con noi due stelle polari, San Francesco e Santa Chiara'

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

«Tutto è nato come uno scherzo. E poi si è rivelata un'occasione da non perdere. Abbiamo iniziato a cercare Gesù ed è stato bellissimo». La voce è quella dei giovani della fraternità "San Pio da Pietralcina", ovvero la Gioventù Francescana di Parma. Nel capoluogo emiliano il movimento giovanile legato a San Francesco mobilita i giovani due volte alla settimana: il martedì e il venerdì per dialogare sull'attualità e il messaggio francescano e per le prove del coro che anima le sante messe. Ma ciò che colpisce a chi li ascolta è un legame con il "poverello di Assisi" che è fortissimo, genuino, appassionato.

INSIEME PER METTERSI IN GIOCO
«La Gi.fra. (acronimo di Gioventù Francescana) è l’occasione, che aspettavamo da tempo - sottolinea la fraternità parmense - per uscire dalla mediocrità di una vita che scorre, lenta, tutto sommato bella, ma. insipida». Ma la Gi.fra., nel tempo si è rivelata anche sorpresa perché «sorprendente è scoprire che ci siano ancora tanti giovani che credono in Dio, giovani che magari si sono riavvicinati alla fede e vogliono mettersi in gioco seguendo le orme di San Francesco». Infine la Gioventù è sinonimo di gioia: «Condividere la gioia del credere, la gioia di sentirsi amati da Dio, la gioia dello scoprire il non essere soli, la gioia del “fare”, la gioia delle “Dio-incidenze”, porta a sentire, respirare e toccare una gioia ancora più grande, difficile da spiegare ma tutta da vivere».

IN CAMMINO CON SAN FRANCESCO e SANTA CHIARA
In questo viaggio di fede avvincente, i giovani non dimenticano mai di aver incrociato le proprie storie con la vita di un uomo «straordinario» che ha il volto e il nome di San Francesco d’Assisi e con quello «di una donna bellissima che ha il cuore e il coraggio di Santa Chiara d’Assisi». «Le loro vite - prosegue la Gi.Fra. - ci sono state donate perché possiamo ancora imparare, dopo così tanto tempo, a guardare la realtà e il mondo con gli occhi di Dio, con l’entusiasmo e la gioia dei bambini, con la caparbietà e la fortezza degli adulti e la consapevolezza di essere uomini del nostro tempo che sono chiamati a essere nel mondo ma non del mondo».

CHI E’ FRANCESCO PER LA GI.FRA. DI PARMA
Concretamente, per questo gruppo di giovani che si illumina quando parla del "poverello di Assisi", Francesco è «l’amico, il confidente e il padre che ci sprona costantemente a tenere fisso sul cuore il Vangelo, e ci incoraggia ad accogliere la grazia». Francesco nella sua preghiera pronunciata dinanzi al crocifisso di San Damiano che gli parla «non chiede al Signore di allontanare le tenebre dal suo cuore, ma di illuminarle». Così Francesco, ragionano i giovani parmensi «ci insegna anche che è bello accettare i nostri limiti, è bello non essere perfetti, è bello essere creature ed è bello lasciarci amare per quello che siamo veramente, anche nel buio più profondo, nelle nostre fragilità più meschine ma autentiche».

CONDIVIDERE DUBBI E DIFFICOLTA' DI OGNUNO
Il momento del confronto la Gi.Fra. di Parma lo propone tutti i martedì sera alla chiesa di Santa Croce per dialogare, approfondire temi e argomenti di attualità, condividere dubbi e difficoltà di ognuno di noi, crescere nella fede e nella conoscenza del Vangelo, conoscere il carisma francescano e scavare la vita di San Francesco e di Santa Chiara. «Dedichiamo inoltre un martedì al mese alla preghiera e all’adorazione. Ogni incontro è una novità ma allo stesso tempo è una tappa di un cammino che viviamo nella gioia del conoscerci a vicenda».

IL CORO E IL VOLONTARIATO ALLA MENSA DEI POVERI
Ogni venerdì invece, la Gioventù fa le prove del coro che anima la messa pomeridiana domenicale. Inoltre, durante l’anno, molti giovani dedicano il proprio tempo a varie forme di servizio, dal catechismo dei bambini, al servizio alla mensa dei poveri. «Non mancano mai occasioni per sporcarsi le mani - concludono - e come giovani francescani cerchiamo di fare del nostro per incontrare e aiutare il fratello più bisognoso, sapendo in realtà che in ogni occasione di servizio è Dio che viene per primo incontro a noi».

Gelsomino Del Guercio

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