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Con Francesco annunciatori sulle strade del mondo

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Oggi più che mai la Chiesa ha bisogno di guardare al modello, immutato e sempre attuale, di Gesù «che stava poche volte nel Tempio e molto tempo sulle strade con gli uomini». Soprattutto nel momento in cui «papa Francesco ci spinge ad andare verso le periferie» e «il 50° anniversario del Concilio Vaticano II ci ricorda il dovere di dialogare, chiedendoci a ripensare la presenza della Chiesa nel mondo». Don Michele Autuoro, direttore della Fondazione Missio e dell'Ufficio nazionale per la cooperazione missionaria tra Chiese della Cei, ha aperto ieri i lavori della Settimana nazionale di formazione e spiritualità missionaria con l'invito ad interrogarsi «sullo stile, sul nostro modo di porci nei confronti dell'umanità». Parole che si caricano di un significato ancora più profondo, dato che pronunciate nella splendida cornice di , luogo in cui «attraverso , Dio si è fatto compagno, prossimo» e che non a caso è stata negli anni la sede dei principali incontri di preghiera interreligiosi. La cittadina del Poverello ospita fino a sabato la Settimana promossa dall'Ufficio Nazionale per la cooperazione missionaria tra Chiese e dalla Fondazione Missio, che dopo le tappe a Montecassino e a Loreto torna nel cuore dell'Umbria per la sua undicesima edizione. «In queste giornate di condivisione siamo tutti discepoli: vogliamo confrontarci perché da ciascuno possono venire stimoli per camminare come il Signore vuole», ha detto don Autuoro rivolgendosi ai 165 partecipanti - direttori e collaboratori dei Centri missionari diocesani, rappresentanti di istituti religiosi e laici impegnati nell'animazione missionaria - provenienti da tutta Italia. «Con il suo magistero dei segni, il Papa ci esorta ad incontrare gli uomini, a sperimentare nuove strade senza paura e con fiducia», ha continuato il direttore Cei sottolineando che i cristiani sono chiamati anche «ad andare con chi a volte vuole portarli su altre strade oppure con chi la pensa diversamente per fare un percorso insieme verso ciò che è bello, buono, vero, in un cammino di liberazione».

Del resto, ha osservato da parte sua don Alberto Brignoli, della Fondazione Missio, «la missione non consiste nell'andare lontano, ma soprattutto nell'andare dai lontani». «A volte - ha spiegato - i lontani lo sono fisicamente e questo domanda di dialogare con altre Chiese e con altri modelli ecclesiali». Spesso però, ha ammonito, «i lontani siamo noi stessi, rinchiusi nei nostri clichè» mentre è necessario sentirsi missionari, nello spirito della nuova evangelizzazione. Secondo don Brignoli occorre infatti «aprire le porte per incontrare gli uomini, non aspettare che siano loro a riempire le nostre Chiese come succedeva una volta, ma essere noi a riempire per primi le loro strade». Proprio come recita il tema della Settimana di formazione e spiritualità: «Sulle strade del mondo. Con il Vangelo nelle ricerche degli uomini». Una frase che è molto più di un semplice slogan.

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