Le visite dei pontefici
Medievalista raffinata, allieva di Jacques Le Goff, Chiara Frugoni da 32 studia lo stesso
argomento ed è infatti considerata la massima esperta europea di Francesco d'Assisi. Eppure si entusiasma
ancora a raccontare l'incredibile storia del santo di Assisi e lo fa con estremo garbo e semplicità - e insieme
con un rigore storico-filologico impeccabile. Frugoni, che ha studiato gli affreschi del ciclo francescano di
Assisi per anni e anni, è reduce dalla scoperta di un demone nell'affresco che mette in scena la morte di
Francesco, notizia rimbalzata in tutto il mondo. «E pensare che ho studiato e scritto di Francesco per anni e
adesso diventerò famosa per questa piccola scoperta...», minimizza Frugoni. Dopo saggi importantissimi e
premiati (Francesco e l'invenzione delle stimmate vinse il Viareggio nel 1984), ci regala un libro più
divulgativo, perlomeno nella struttura e nella assenza di note: Storia di Chiara e Francesco (Einaudi, 202
pagine, 18 euro) il racconto della vita dei due santi, realizzato a partire dalle loro voci e dai loro (pochi) scritti,
e non dalle agiografie.
Un libro incantevole e duro, perché come scrive l'autrice, quella di Francesco e Chiara
è una «storia triste. Patirono tante rinunce, tante costrizioni, ma seppero vivere i loro incanti e vividamente
rappresentarli, diffondendo gioia in modo suggestivo e felice».
Perché ancora Francesco?
«Lefontisulsantosonointeressantissime
perché contraddittorie.
Le faccio un esempio. Si
va dalla prima biografia di
Francesco, scritta da Tommaso
da Celano, che ne parla
comediunoscapestrato,viziato,
con genitori ricchi e perversi.
A 15 anni di distanza lo
stesso Tommaso ritrae un
Francesco nato santo e figlio
della madre Elisabetta, santa
anche lei. A 40 dalla morte di
Francesco, Bonaventura da
Bagnoregiofasparire lebiografieesistenti�
ritrovateestudiate
solo in tempi più recenti � e
la sua versione del santo sarà
quella ufficiale. Dunque, ogni
minima cosa che lo riguarda è
terrenominato, per noi storici.
E in un certo senso studiando
la sua storia si capisce di più
anche la Storia in generale».
Questavoltahascelto di lavorare
su fonti dirette.
Moltimieicolleghihannotrascurato
gli scritti di Francesco
e Chiara, che sono in sostanza
le due regole scritte da FrancescoequellacompilatadaChiara
e poi alcune lettere di Chiara.
Houtilizzato anche la regola
non bollata, cioèmai approvata
dalla Chiesa, seguita dai
primi francescani fino al 1223,
che permette davvero di capire
quanto fosse innovativo il
progetto di Francesco. Si legge
ad esempio che avrebbe voluto
aprire la sua comunità anchealledonne:
c'erano i fratres
minores e le sorores minores.
E anche se alla fine Francesco
è costretto ad abbandonare
Chiara a livello istituzionale
(altrimenti laregolanonsarebbe
stata bollata), tra i due rimarràsempreunforte
legame.
Anzi èChiara a portare avanti
piùtenacementel'ideaoriginaria
del progetto francescano,
che, ricordiamolo, non è religioso
ma sociale: entrambi si
fanno carico delle ingiustizie
della società».
Moltimieicolleghihannotrascurato
gli scritti di Francesco
e Chiara, che sono in sostanza
le due regole scritte da FrancescoequellacompilatadaChiara
e poi alcune lettere di Chiara.
Houtilizzato anche la regola
non bollata, cioèmai approvata
dalla Chiesa, seguita dai
primi francescani fino al 1223,
che permette davvero di capire
quanto fosse innovativo il
progetto di Francesco. Si legge
ad esempio che avrebbe voluto
aprire la sua comunità anchealledonne:
c'erano i fratres
minores e le sorores minores.
E anche se alla fine Francesco
è costretto ad abbandonare
Chiara a livello istituzionale
(altrimenti laregolanonsarebbe
stata bollata), tra i due rimarràsempreunforte
legame.
Anzi èChiara a portare avanti
piùtenacementel'ideaoriginaria
del progetto francescano,
che, ricordiamolo, non è religioso
ma sociale: entrambi si
fanno carico delle ingiustizie
della società».
«Anche questo è rivoluzionario!
Certo lei è una donna colta:
scriveva in un latino splendido
intriso di citazioni. Del
resto, se nel Medioevo volete
una donna colta, quella è di
sicuro una monaca, erano le
uniche che avevano tempo di
studiare... La regola di Chiara
èmolto bella e discorsiva, quasi
un insieme di suggerimenti
più che un regolamento. Ma
anche lei, comeFrancesco, deve
accettare un compromesso:
la clausura. Chiara non avrebbe
voluto la clausura per le sue
monache, al contrario suggerisce
loro di andare tra la gente,
di aiutare gli altri. Questa è la
sua grande innovazione, aver
inventato le suorecomele concepiamonoi,
conunruolo attivo
fuori dal monastero, non
semplici servitiales».
Chiara sarebbe esistita senza
Francesco?
«La storia non si fa con i se.
Chiara aveva un progetto privodi
connotati definiti.Aveva
questoanelito forte e forse senza
Francesco non avrebbe trovato
la forza per realizzarlo.
Ma tra i due c'è una grande
attrazione spirituale e ognuno
vede nell'altro il proprio progetto
già realizzato».
Si sente spesso dire che all'epoca
c'eranomolti altri potenziali
San Francesco in
Umbria e che Francesco riuscìatrasformarelasuacomunità
di vagabondi in un ordine
solo perché accettò compromessi
con il Vaticano.
Che ne pensa?
«Intanto Francesco ha sempre
voluto rimanere laico: non solo
non voleva possedere nulla
ma non voleva essere riconosciuto
come santo. E' un santo
strano, poco tradizionale, che
non fa miracoli. Nella versionediBonaventuradaBagnoregio
tutto è falsato, edulcorato,
è lui che ne fa il santo delle
stimmate.MaFrancescoattacca
violentemente la Chiesa,
nonaccetta le crociate e invece
di fare quello che ordina il
PapavadaimusulmaniinEgitto.
Esoprattuttodàle dimissionidalsuostessoordine!
Rinuncia
a guidare la comunità perché
ostacolato dai suoi stessi
frati».
Eil celebrato rapporto con la
natura?
«Francesco aveva un'idea di
estremo rispetto della vegetazione
e consigliava di seminare
sempre una parte dell'orto a
fiorieun'altraconerbespontanee.
I famosi dialoghi con gli
uccelli, però, sono frutto di
fraintendimento: nella pittura
medioevale gli uccelli simboleggiavano
le classi sociali, a
ogni specie corrispondeva una
classe.QuandoFrancescospiega
ai suoi come evangelizzare
gli uccelli, in realtà indica uomini
e non volatili! Pasolini lo
aveva capito, se pensate a Uccellaci
e uccellini».
Chi sarebbero oggi Francesco
e Chiara?
«Forse gli uomini e donne che
vanno in Africa ad aiutare la
gente? I medici senza frontiere?
Nonsaprei.Ci sono ancora
ordini francescani come i frati
Bigicheseguonoinmodoradicale
gli insegnamenti di Francesco:
vanno sui vagoni dei
treniadaiutare gli immigrati».
Quale delle tante rivisitazioni
cinematografiche di San
Francesco ha apprezzato?
«Dei due film della Cavani
preferisco il primo, ma mi è
piaciuta la scelta di Mickey
Rourkeper ilsecondo:Francesco
voleva fare il cavaliere,
prima di convertirsi, e voleva
l'armatura, quindi aveva di
certo un fisico possente! Di
quel film mi è piaciuta molto
anche la scena delle stimate.
Mala rivisitazione più geniale
rimane per me Uccellacci e
uccellini».(Il Messaggero)
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