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Francescanesimo/Chiara Frugoni, Francesco due regole per una rivoluzione

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001



Medievalista raffinata, allieva di Jacques Le Goff, Chiara Frugoni da 32 studia lo stesso argomento ed è infatti considerata la massima esperta europea di Francesco d'Assisi. Eppure si entusiasma ancora a raccontare l'incredibile storia del santo di Assisi e lo fa con estremo garbo e semplicità - e insieme con un rigore storico-filologico impeccabile. Frugoni, che ha studiato gli affreschi del ciclo francescano di Assisi per anni e anni, è reduce dalla scoperta di un demone nell'affresco che mette in scena la morte di Francesco, notizia rimbalzata in tutto il mondo. «E pensare che ho studiato e scritto di Francesco per anni e adesso diventerò famosa per questa piccola scoperta...», minimizza Frugoni. Dopo saggi importantissimi e premiati (Francesco e l'invenzione delle stimmate vinse il Viareggio nel 1984), ci regala un libro più divulgativo, perlomeno nella struttura e nella assenza di note: Storia di Chiara e Francesco (Einaudi, 202 pagine, 18 euro) il racconto della vita dei due santi, realizzato a partire dalle loro voci e dai loro (pochi) scritti, e non dalle agiografie. Un libro incantevole e duro, perché come scrive l'autrice, quella di Francesco e Chiara è una «storia triste. Patirono tante rinunce, tante costrizioni, ma seppero vivere i loro incanti e vividamente rappresentarli, diffondendo gioia in modo suggestivo e felice».


Perché ancora Francesco?
«Lefontisulsantosonointeressantissime perché contraddittorie. Le faccio un esempio. Si va dalla prima biografia di Francesco, scritta da Tommaso da Celano, che ne parla comediunoscapestrato,viziato, con genitori ricchi e perversi. A 15 anni di distanza lo stesso Tommaso ritrae un Francesco nato santo e figlio della madre Elisabetta, santa anche lei. A 40 dalla morte di Francesco, Bonaventura da Bagnoregiofasparire lebiografieesistenti� ritrovateestudiate solo in tempi più recenti � e la sua versione del santo sarà quella ufficiale. Dunque, ogni minima cosa che lo riguarda è terrenominato, per noi storici. E in un certo senso studiando la sua storia si capisce di più anche la Storia in generale».


Questavoltahascelto di lavorare su fonti dirette.
Moltimieicolleghihannotrascurato gli scritti di Francesco e Chiara, che sono in sostanza le due regole scritte da FrancescoequellacompilatadaChiara e poi alcune lettere di Chiara. Houtilizzato anche la regola non bollata, cioèmai approvata dalla Chiesa, seguita dai primi francescani fino al 1223, che permette davvero di capire quanto fosse innovativo il progetto di Francesco. Si legge ad esempio che avrebbe voluto aprire la sua comunità anchealledonne: c'erano i fratres minores e le sorores minores. E anche se alla fine Francesco è costretto ad abbandonare Chiara a livello istituzionale (altrimenti laregolanonsarebbe stata bollata), tra i due rimarràsempreunforte legame. Anzi èChiara a portare avanti piùtenacementel'ideaoriginaria del progetto francescano, che, ricordiamolo, non è religioso ma sociale: entrambi si fanno carico delle ingiustizie della società».


Moltimieicolleghihannotrascurato gli scritti di Francesco e Chiara, che sono in sostanza le due regole scritte da FrancescoequellacompilatadaChiara e poi alcune lettere di Chiara. Houtilizzato anche la regola non bollata, cioèmai approvata dalla Chiesa, seguita dai primi francescani fino al 1223, che permette davvero di capire quanto fosse innovativo il progetto di Francesco. Si legge ad esempio che avrebbe voluto aprire la sua comunità anchealledonne: c'erano i fratres minores e le sorores minores. E anche se alla fine Francesco è costretto ad abbandonare Chiara a livello istituzionale (altrimenti laregolanonsarebbe stata bollata), tra i due rimarràsempreunforte legame. Anzi èChiara a portare avanti piùtenacementel'ideaoriginaria del progetto francescano, che, ricordiamolo, non è religioso ma sociale: entrambi si fanno carico delle ingiustizie della società».
«Anche questo è rivoluzionario! Certo lei è una donna colta: scriveva in un latino splendido intriso di citazioni. Del resto, se nel Medioevo volete una donna colta, quella è di sicuro una monaca, erano le uniche che avevano tempo di studiare... La regola di Chiara èmolto bella e discorsiva, quasi un insieme di suggerimenti più che un regolamento. Ma anche lei, comeFrancesco, deve accettare un compromesso: la clausura. Chiara non avrebbe voluto la clausura per le sue monache, al contrario suggerisce loro di andare tra la gente, di aiutare gli altri. Questa è la sua grande innovazione, aver inventato le suorecomele concepiamonoi, conunruolo attivo fuori dal monastero, non semplici servitiales».


Chiara sarebbe esistita senza Francesco?
«La storia non si fa con i se. Chiara aveva un progetto privodi connotati definiti.Aveva questoanelito forte e forse senza Francesco non avrebbe trovato la forza per realizzarlo. Ma tra i due c'è una grande attrazione spirituale e ognuno vede nell'altro il proprio progetto già realizzato».


Si sente spesso dire che all'epoca c'eranomolti altri potenziali San Francesco in Umbria e che Francesco riuscìatrasformarelasuacomunità di vagabondi in un ordine solo perché accettò compromessi con il Vaticano. Che ne pensa?
«Intanto Francesco ha sempre voluto rimanere laico: non solo non voleva possedere nulla ma non voleva essere riconosciuto come santo. E' un santo strano, poco tradizionale, che non fa miracoli. Nella versionediBonaventuradaBagnoregio tutto è falsato, edulcorato, è lui che ne fa il santo delle stimmate.MaFrancescoattacca violentemente la Chiesa, nonaccetta le crociate e invece di fare quello che ordina il PapavadaimusulmaniinEgitto. Esoprattuttodàle dimissionidalsuostessoordine! Rinuncia a guidare la comunità perché ostacolato dai suoi stessi frati».


Eil celebrato rapporto con la natura?
«Francesco aveva un'idea di estremo rispetto della vegetazione e consigliava di seminare sempre una parte dell'orto a fiorieun'altraconerbespontanee. I famosi dialoghi con gli uccelli, però, sono frutto di fraintendimento: nella pittura medioevale gli uccelli simboleggiavano le classi sociali, a ogni specie corrispondeva una classe.QuandoFrancescospiega ai suoi come evangelizzare gli uccelli, in realtà indica uomini e non volatili! Pasolini lo aveva capito, se pensate a Uccellaci e uccellini».


Chi sarebbero oggi Francesco e Chiara?
«Forse gli uomini e donne che vanno in Africa ad aiutare la gente? I medici senza frontiere? Nonsaprei.Ci sono ancora ordini francescani come i frati Bigicheseguonoinmodoradicale gli insegnamenti di Francesco: vanno sui vagoni dei treniadaiutare gli immigrati».


Quale delle tante rivisitazioni cinematografiche di San Francesco ha apprezzato?
«Dei due film della Cavani preferisco il primo, ma mi è piaciuta la scelta di Mickey Rourkeper ilsecondo:Francesco voleva fare il cavaliere, prima di convertirsi, e voleva l'armatura, quindi aveva di certo un fisico possente! Di quel film mi è piaciuta molto anche la scena delle stimate. Mala rivisitazione più geniale rimane per me Uccellacci e uccellini».(Il Messaggero)

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