francescanesimo

Paoletti: Il 'perché' di Francesco

Redazione
Pubblicato il 03-10-2019

Ritorna la festa del Santo di Assisi. Ogni anno si ripete, da parte di una Regione d’Italia, l’offerta dell’olio alla lampada votiva presso la sua Tomba. Quest’anno è la Toscana che offre a nome di tutte le altre regioni.
Il Poverello in realtà è una figura carissima a ogni popolo, cultura e religione, e anche ai non credenti: una delle figure più amate e venerate del mondo. Qual è il segreto di Francesco? Il fatto di piacere a tutti lo espone a continui fraintendimenti ed equivoci: rivoluzionario, ribelle, tradizionalista, conservatore, pacifista, ecologista, ambientalista, naturalista … Ogni definizione coglie un aspetto vero di Francesco, ognuno può intravedere in lui un testimone di valori che desidera vivere e condividere: la pace, la libertà, la fraternità, la gioia, l’armonia con il creato, il dialogo.
Il perché del Francesco storico, quello degli scritti e delle Fonti Francescane, è “il crocifisso”, come egli stesso un giorno confidò a un compagno: “conosco Cristo povero e crocifisso” (FF 692). Nella Regola non bollata ammonisce: “Tutti i frati si impegnino a seguire l’umiltà e la povertà del Signore nostro Gesù Cristo” (RnB IX, 1: FF29).
La contemporaneità di Francesco, sempre attuale e sorprendente, risiede nella sequela di Gesù Cristo, si sviluppa a partire da questa. Nel Santo di Assisi, viva immagine del Cristo, risplende l’humanum riuscito: vera ragione che intercetta il desiderio di senso e di pienezza presente nel cuore di ognuno, anche se in tanti nostri contemporanei (e soprattutto tra i giovani) la domanda di senso sembra oggi rimossa o soffocata, così che si veleggia fra ateismo, agnosticismo, indifferenza, credenza libera e secolarismo.
Studiare nelle scuole il ‘vero’ Francesco, così come prevede la legge approvata dal Parlamento nel 2005 (e largamente ignorata) che prevede il 4 ottobre quale “solennità civile e giornata per la pace, per la fraternità e il dialogo fra le religioni”, Francesco quale emerge dai suoi scritti e dalle Fonti francescane, ci farebbe conoscere il suo essere innamorato di Gesù Cristo “povero e crocifisso”, via verità e vita, unico Signore e salvatore di tutti.
Fa riflettere sentire che l’attuale ministro dell’istruzione, ammiratore sincero di Francesco, torna a proporre la rimozione del crocifisso dalle aule scolastiche. Senza il crocifisso resta incomprensibile il vero Francesco: il cristiano che ha al centro della sua fede lo scandalo della Croce, unita alla realtà sconvolgente della Risurrezione. Per Francesco la realtà è Gesù Cristo, che lo riempie interamente; tutto il resto (pace, fraternità, dialogo, ecologia, …) è conseguenza logica del cristocentrismo che lungo la storia è diventato la tipica scuola francescana.
Se non si intende procedere verso questo approfondimento interdisciplinare della figura di Francesco allora sarebbe meglio per qualche anno sospendere ogni discorso celebrativo - che risulta inevitabilmente retorico - e studiare quanto si è scritto a vari livelli su di lui: senza dubbio ci sarebbe molto da studiare.

di Domenico Paoletti - ofmconv

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