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L'Informazione nascosta, volti sommersi dell'Italia del Bene

Antonio Tarallo pixabay.com
Pubblicato il 23-10-2019

Il bene in Italia che troppe volte non viene raccontato

L'Informazione e il Bene. Troppe volte questi due termini, purtroppo, non sono menzionati assieme. Sembra, infatti, che - da troppo tempo - una sorta di tenaglia, tenga stretta l'Informazione nella morsa della paura. La realtà che ci circonda, senza dubbio, non è delle migliori. Guerre, crisi economiche, realtà sociali di povertà e miseria trovano enorme spazio nei titoli di giornali e social media. Ovviamente, niente di più giusto, sia chiaro. Le situazioni di sofferenza, vanno sì dichiarate (sia chiaro, non a speculazione dell'Informazione, importante ribadirlo) perchè è dovere del "Citizen Kane" - il "Quarto potere", così lo definiva il regista Orson Wells, suo nel magnifico film del 1941 - denunciare ciò "che non va": la lente d'ingrandimento, o - se vogliamo - "il cannocchiale dell'Informazione", ha questo diritto-potere-responsabilità nei confronti della Società. Ma, in questo "maremagnum", altrettanto importante è trovare il giusto spazio anche a notizie che possano dare al lettore-spettatore squarci di speranza, che possano dare l'idea che il Mondo non è fatto solo di paura, ma anche di luci che nella notte più buia continuano a brillare. Majakovskij scriveva in quella sua poesia: "Se accendono le stelle, vuol dire che qualcuno ne ha bisogno? Vuol dire che è indispensabile che ogni sera al di sopra dei tetti risplenda almeno una stella?".

Il pontefice nel suo messaggio per la 51esima Giornata delle Comunicazioni, scriveva:"Vorrei invitare tutti a offrire agli uomini e alle donne del nostro tempo narrazioni contrassegnate dalla logica della "buona notizia". E, noi, di "San Francesco patrono d'Italia", cerchiamo di accogliere quell'invito, cercando di seguire il consiglio di Papa Francesco, per dare ai nostri lettori qualche seme di speranza, per dare spazio a quelle "stelle" che - nel silenzio della notte - svolgono il proprio lavoro, con amore e perseveranza: testimonianze vive di una Italia del Bene, sommersa, ma che continua instancabilmente a portare il suo contributo nella società.

Paolo Santini, voleva fare proprio il giornalista per denunciare "ciò che non va", per lottare contro l'indifferenza, contro la povertà, credendo in un mondo creato per una Umanità fraterna: "Se tutti pensassimo al Bene, faremmo del bene. Siamo in questo mondo per aiutarci, per essere fratelli. Non per farci del male, come stiamo da troppo tempo, facendo. Dio, quando ha creato l'Uomo, non pensava certo a qualcosa del genere". Paolo, voleva fare il giornalista, dicevamo e -invece- da circa 35 anni "si ritrova" (piacevolmente) a svolgere la professione di medico-dentista. Ma non ha dimenticato la spinta di creare un mondo migliore. Una settimana lunga, quella di Paolo: finisce il sabato pomeriggio, infatti. Dal lunedì al venerdì a curare i suoi pazienti, ma poi, viene il sabato. E' il giorno dedicato alla cura di "altra tipologia" di pazienti. Sono i senza tetto che troviamo a Roma, nelle strade della capitale, "i non visti" di Papa Francesco. Li ospita nel suo studio, vicino Piazza San Pietro. Tutto questo, a sue spese, nell'anonimato e nella semplicità della Carità. Il suo pensiero è a chi, per ragioni pragmatiche, non riesce a curare. Il dispiacere è per loro, ma - forse non se ne accorge - il suo operato è una di quelle gocce che crea il mare, l'oceano.

Mimmo Micarelli, e il suo gruppo "Iter" (Istituto Transdisciplinare Europeo di Ricerca), docente presso l'AICTO-Associazione Italiana di Clinica e Terapia Olistica in convenzione scientifica con l'Istituto Superiore di Medicina Olistica e di Ecologia. Descrivere il dottor Micarelli - non nego - è quella che possiamo definire "una bella impresa". Sì, perchè in lui confluiscono diverse scienze dell'Umano: da quella biomeccanica a quella olistica; da quella scientifica-medica a quella umanistica. E tanto, tanto altro. Osteopata (ma il termine è riduttivo, lo abbiamo capito) instancabile. La sua concezione del paziente è ampia e soprattutto si concentra su un punto che ormai sembra - purtroppo - essere di secondo piano, per molti scienziati: l'Uomo. Infatti, chiunque entra nella struttura dell'Iter si trova "sommerso", piacevolmente, in un mondo diverso da diverse strutture "sanitarie": il paziente è prima di tutto Uomo, con il proprio passato, con le proprie ferite, con le proprie potenzialità. La cura per "la cura" (anafora obbligatoria) è felicemente "anacronistica", visti i tempi in cui viviamo. Ma c'è altro, ed è legato al "diritto del benessere" che non dovrebbe essere solo a discrezione di persone facoltose. Sappiamo bene che campi come la "fisioterapia" e l'"osteopatia" sono visti dal Sistema Sanitario come un "qualcosa in aggiunta", definiamolo così. Micarelli - e dietro lui tanti volti e professionalità che è difficile elencare - va contro il sistema, perchè crede nell'Uomo e così la sua "esperienza" viene messa al servizio dei pazienti, grazie a un'equa e solidale concezione economica. Il Bene è per tutti, non a suffragio di pochi.

Eleonora Fusco. Operatrice presso il centro di ascolto della Basilica dei Santi Apostoli, Filippo e Giacomo, a Roma. Giovane ragazza, profonda, sensibile che ogni giorno affronta il dolore di molti che - come lei ci dice - "molte volte hanno bisogno solo dell'ascolto, del non sentirsi numero, ma persone". Voleva fare la maestra, o l'attrice. Laureata in Scienze matematiche, fisiche e naturali (presso il Dipartimento di Chimica), conosce la realtà del volontariato grazie a una mensa Caritas nel 2008, dopo una Marcia francescana che le segna la vita. Grazie proprio a questo "mettersi in cammino", scopre il suo personale cammino. "Nel mettermi al servizio del prossimo, ogni giorno, riesco ad approfondire parti di me stessa inesplorate e che continuo ad approfondire, andando avanti in questa missione". E poi, ci parla dell'importanza del "contatto" e dello "sguardo": "Ho imparato quanto sia importante per l'attività di ascolto, lo sguardo. Il guardare negli occhi chi ti sta aprendo la propria vita. Si sta fidando di te". E lo comprendiamo bene, perchè mentre dice tutto questo, gli occhi, grandi, luminosi, autentici, si aprono come i petali delle gazanie, al primo sole. L'unico momento di amarezza è quando parla dei problemi che per questioni burocratiche non è possibile risolvere: "Sarebbe così semplice, a volte, la soluzione ad alcuni problemi che ci vengono presentati al centro di ascolto. Sarebbe semplice...ma per colpa di una burocrazia che non tiene contro dell'Umanità, ci ritroviamo a combattere contro tempi biblici che ostacolano il cammino. E, allora, forse, mi viene in aiuto la mia preparazione universitaria alla matematica: cercare di comprendere bene il problema, analizzarlo, e trovare la soluzione in pochi passaggi".

E' l'Italia, questa, che forse non farà notizia, ma che esiste e rappresenta il Bene a cui tutti noi siamo chiamati.

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