Le visite dei pontefici
Incastonato nel cuore di Roma, a due passi da Piazza del Popolo, c’è un albergo dove lo staff è composto in parte da disabili. L’Albergo Etico, questo il nome della struttura, nasce da un’idea dell’ingegnere Antonio Pelosi, che a un certo punto, dopo un’esperienza piuttosto forte, ha deciso che bisognava ripagare il mondo di quanto ricevuto: «Provengo da una famiglia che opera da anni nell’impresa alberghiera. Nel 2007, dopo un incidente motociclistico, ho vissuto l’esperienza del post-coma, che ha avuto effetti benefici sulla mia vita spirituale. Dopo una lunga riabilitazione, riflettendo sul senso più autentico della vita, ho avuto l'impulso e il desiderio di realizzare qualcosa in più per gli altri. Il mio pensiero, perciò, è andato ai tanti ragazzi che stavano vivendo nella mia stessa condizione».
Nasce così l’Albergo Etico di Roma.
«Dopo essere venuto a conoscenza dell’Albergo Etico di Asti, che è stato il mio mentore in un sacco di scelte intraprese, ho pensato che anche a Roma poteva nascere una realtà lavorativa per i tanti portatori di disabilità diverse, che valorizzasse al meglio le loro doti. E oggi nel nostro Albergo Etico lavorano stabilmente ragazzi e ragazze con disabilità, esiti di post-coma, sindrome di Down e sindrome di X Fragile, impiegati nella pulizia delle camere, nel facchinaggio e nell’accoglienza. Tutti, divisi fra i piani, le sale e la reception, assunti con un contratto part-time a tempo determinato».
Come si vive dopo ave avuto una seconda possibilità?
«Sentendosi fortunati, consapevoli di aver ricevuto una grazia immensa. Mi sento più sereno e felice di quanto non lo fossi 15 anni fa. È cambiato il mio modo di vivere la vita, è inevitabile. Mi sentivo padrone della mia vita, come se avessi messo me stesso al posto di Dio. Dopo l’incidente, però, tutto è stato più chiaro».
In che senso?
«Sono sceso da quel trono che non mi spettava, riuscendo ad avere più benevolenza verso gli altri. La disabilità ti annienta, ti toglie tutte le tue certezze, ti rende meno attraente. Il lavoro, ne sono convinto, è una parte importante del recupero. E così ho voluto donare questa certezza anche agli altri».
Un’esperienza che apre gli occhi e ri-forgia l’Essere. Nutrirai sicuramente altre ambizioni.
«Sì assolutamente. Sarò veramente felice quando riuscirò a far inserire le ragazze e i ragazzi formatisi presso l’Albergo Etico all’esterno, in altre realtà lavorative, perché ogni portatore di disabilità può e deve sfruttare al meglio le proprie abilità. Mi piacerebbe, inoltre, che l’idea di Albergo Etico possa espandersi e crescere in tutta Italia, garantendo a tutti una vita normale».
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