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Il francescano Gaudì e la Sagrada Família, il Cantico delle Creature dell'architettura

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

L’«Evangelii gaudium» e Antoni Gaudí

Molte realtà ecclesiastiche stanno lavorando sull'esortazione apostolica di Papa Francesco Evangelii gaudium . È naturale l'interesse suscitato da questo testo del Papa, perché - come lui stesso ha detto - racchiude il contenuto programmatico del suo pontificato per tutta la Chiesa, incentrato soprattutto sul comunicare a tutta la Chiesa la gioia della fede e la «dolce e confortante gioia di evangelizzare». Riflettendo su questo programma del Papa, mi è venuto in mente un certo parallelismo tra l' Evangelii gaudium e il  nostro grande architetto Antoni Gaudí y Cornet (1852-1926), il geniale creatore della basilica barcellonese della Sagrada Família.

Direi che la sua vita e la sua opera incarnano molti contenuti del documento programmatico di Francesco. A volte l'etimologia offre piste di comprensione molto suggestive. Nel mio caso mi ha invitato a riflettere sulla vicinanza tra il termine gaudium del documento del Papa e il cognome del nostro architetto, Gaudí.  Suscitano gioia e allegria quelle cose quae visa placent (che, una volta viste, piacciono). Gaudí fu un cristiano molto consapevole ed esemplare - al punto che è già stato avviato a Roma il suo processo di beatificazione - e voleva che le sue opere architettoniche fossero espressione della fede e suscitassero la gioia della fede in quanti le contemplavano. La Sagrada Família è un'esplosione di gioia, di allegria della fede. La sua tecnica depurata, circondata di luce e accompagnata sempre dal colore, contribuisce a  suscitare questo sentimento in quanti osservano la sua op era. Esiste un aneddoto molto significativo a tale proposito.

Delle dodici torri dedicate agli apostoli del Signore, superate in altezza solo da quelle dedicate a Cristo, alla Vergine Maria e ai quattro evangelisti, Gaudí riuscì a vederne solo una. Una volta tolta l'impalcatura, apparve il colore intenso dei simboli episcopali che coronano le torri degli apostoli. Gaudí allora domandò a un uomo del quartiere in cui si stava innalzando il tempio, che impressione gli suscitasse quella torre. L'uomo, che si stava recando agli uffici del cantiere, per sistemare e mettere a punto gli orologi, fu molto schietto ed espressivo. Fa goig! , disse in catalano. Espressione che equivale a un «fa piacere vederla!». E Gaudí spiegò ai suoi collaboratori che gli era piaciuta molto quella prima reazione di un uomo dello stesso quartiere della Sagrada Família, che allora era un quartiere periferico di Barcellona. Papa Francesco - come il santo di Assisi - vuole che scopriamo e viviamo la gioia della fede.

Nella sua esortazione apostolica ci invita a una tappa evangelizzatrice marcata dalla gioia del Vangelo e dell'evangelizzazione ( Evangelii gaudium , n. 1). Il Papa ha detto e ripetuto fin dal primo momento del suo ministero come vescovo di Roma che desidera ardentemente «una Chiesa povera e per i poveri», una Chiesa samaritana, madre tenera e misericordiosa, «perché Dio non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua misericordia» (ibidem , n. 3)...


Come il Papa, Gaudí valorizzava la dimensione evangelizzatrice della liturgia, che conosceva e celebrava. Non per nulla leggeva costantemente L'anno liturgico di dom Guéranger, abate di Solesmes. La realizzò trasferendo il coro dei canonici della cattedrale di Mallorca alla zona del presbiterio e la completò nel tempio della Sagrada Família, che progettò fino all'ultimo dettaglio per dare spazio e rendere visibile la celebrazione a tutta l'assemblea dei fedeli. In tal senso fu un precursore delle intuizioni del concilio Vaticano II sulla liturgia. «Nella liturgia tutto è previsto» diceva Gaudí, mosso dalla sua grande ammirazione per il culto cristiano, dai simboli e i riti al canto. Una delle foto più belle che si conservano di lui è quella della sua partecipazione alla processione del Corpus Christi , tanto solenne e di antica tradizione a Barcellona, alle porte della cattedrale, con i suoi capelli bianchi, il suo sguardo raccolto in adorazione e con un grande cero tra le mani.

Nel suo incontro con i giornalisti, nel viaggio di ritorno dalla Corea del Sud, il Papa ha parlato della preparazione di un'enciclica sui problemi dell'ecologia. Già il 19 marzo 2013, nell'omelia della messa d'inizio pontificato, parlando di san Giuseppe, che fu custode di Gesù e di Maria, Francesco aveva sottolineato il bisogno di custodire anche l'ambiente, il creato che Dio ha messo nelle mani degli uomini. La Sagrada Família è il Cantico delle Creature del grande santo di Assisi nel linguaggio dell'architettura. Non credo esista al mondo un altro tempio con tanta presenza, a lode del Creatore, della flora e della fauna terrestri. La basilica della Sagrada Família non è solo un bosco, è anche un grande giardino con fiori e frutti del mondo mediterraneo, bagnati dalla sua luce, la «luce ideale», secondo il nostro architetto. Gaudí è geniale nella creazione di forme geometriche regolate, al punto che, in una delle sue frasi più acute, arrivò a dire che «la retta è la linea degli uomini, ma la curva è la linea di Dio».

Gaudí possiede un profondo spirito francescano e la sua arte è eminentemente francescana perché s'ispira alla natura. Arrivò a dire: «L'albero che sta di fronte al mio cantiere, è lui il mio maestro». La sua architettura si basa sull'osservazione della natura in quanto opera di Dio, come voleva san Francesco di Assisi. Amò tanto la natura e le sue forme che fu ecologista quando ancora nessuno parlava di questa disciplina. La particolare sintonia di Gaudí con Papa Francesco è radicata soprattutto nella famiglia. Il tema è nell'agenda prioritaria del Papa, che ha convocato il Sinodo straordinario del 2014 e quello ordinario del 2015 sul tema delle sfide della famiglia nel contesto dell'evangelizzazione.

Gaudí fu un difensore della famiglia, si prese cura della propria con grande dedizione, nonostante la mole di lavoro professionale che s'imponeva, in particolare di suo padre e di sua nipote Rosa Egea, una ragazza dalla salute precaria. Quando arrivava alla propria casa nel parco Güell, dove viveva con suo padre e sua nipote, la prima cosa che chiedeva era: «Come ha passato la giornata la bambina?». C'è un brano dell'Evangelii gaudium che mi sembra illustrare molto bene la personalità e l'opera di Gaudí. Papa Francesco parla di un «primo principio per progredire nella costruzione di un popolo: il tempo è superiore allo spazio» (n.222)...

LLUIS MARTÍNEZ SISTACH

Articolo integrale sull'Osservatore Romano del 13 febbraio pag. 5

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