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Armida Barelli: una pioniera cattolica a fumetti

Tiziana Ferrario
Pubblicato il 29-03-2022

In vista della Beatificazione in uscita una graphic novel

Determinazione, fede profonda, grande carisma. Secondo i criteri attuali, Armida Barelli oggi sarebbe indicata come una donna dotata di leadership, role model per tante giovani. Nella sua epoca è stata una pioniera che ha aperto, senza rendersene conto, un'autostrada verso l’emancipazione delle donne cattoliche. A un certo punto è riuscita a mobilitarne un milione dopo aver fondato la Gioventù Femminile. Una vita incredibile per una donna nata a cavallo tra due secoli.

Una vita da raccontare con una graphic novel, per arrivare anche ai più giovani che non la conoscono e non sanno che sia stata tra i fondatori dell’Università Cattolica 100 anni fa. Armida era sicuramente una persona concreta, ma anche una visionaria. Credeva nel sogno di formare una classe dirigente cattolica e si è battuta affinché si trasformasse in realtà. Era in buona compagnia, padre Agostino Gemelli, Giuseppe Toniolo, Francesco Olgiati, Ludovico Necchi erano gli amici che condividevano i suoi stessi sogni, ma senza la tenacia di Ida, come la chiamavano i più intimi, l’Università Cattolica del Sacro Cuore non sarebbe mai esistita.

Sua la capacità di trovare il primo milione con il quale è stata pagata la prima sede di via sant’Agnese, sempre sua la scelta di aggiungere quelle due parole che non a tutti piacevano, “Sacro Cuore”, perché ogni azione di Armida Barelli è sempre stata ispirata dalla sua devozione verso il Sacro Cuore di Gesù. In anni in cui le donne venivano tenute chiuse in casa nelle famiglie benestanti in attesa di un marito o nelle case più povere costrette a fare i lavori più umili, Armida viene mandata a studiare nelle migliori scuole ed è in un collegio svizzero che scopre la fede. La famiglia borghese e laica cerca di dissuaderla, spera che si sposi e diventi moglie e madre.

Ma Ida aveva altri progetti e idee molto chiare su quello che sarebbe voluta diventare: “o missionaria o madre di tanti figli, diceva da ragazza, zitella mai!”. Nel corso della sua vita è stata interlocutrice intelligente di tre Papi Benedetto XV Pio XI e Pio XII. Oltre alla fondazione dell’Università Cattolica di cui è stata anche tesoriere, negli anni ha fondato l’Ordine della Regalità, l’Istituto delle Suore Cinesi Francescane del Sacro Cuore tuttora attivo in Cina.


Sul letto di morte, dopo una lunga malattia, si è fatta promettere da padre Gemelli che avrebbe aperto anche la facoltà di Medicina. Ed è stato proprio Gemelli, con il quale ha collaborato per 40 anni, a scrivere nel suo testamento: “Niente sarebbe nato né fiorito senza lo zelo,la pietà, l’intelligenza e la vita soprannaturalmente ispirata della signorina Barelli.” Se vi capita di andare all’Università Cattolica a Milano fate una visita alla Cappella che si trova all’entrata a destra, scendete gli scalini e troverete sepolti nella Cripta i fondatori dell’Università.

Armida, da quando è stata dichiarata venerabile, ha un posto tutto per sé, di fronte ai suoi compagni di vita consacrata. Portatele un fiore. È stata una combattente per tutte le donne.

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