Serie TV

San Francesco alla ricerca di un senso per la sua esistenza

San Francesco che è alla ricerca di verità è giunto ad una tappa molto importante. Alla ricerca di un senso per la sua esistenza, si è imbattuto già nel lebbroso ed è stato questo un incontro sconvolgente. Gli episodi narrati da padre Enzo, in questa puntata, sono una pietra miliare nella vita del santo e tra i più celebri riguardanti la sua conversione. E si svolgono nelle campagne d'Assisi, in un edificio cadente, la chiesetta di San Damiano. Qui, il poverello si trova dinanzi al crocifisso, assorto in preghiera.

Le sue parole, supplicanti, sono una sintesi del suo stato d'animo ed una richiesta di conferme: “O alto e glorioso Dio, illumina il cuore mio” (FF, 276). Radicalmente cambiato comincia ad intuire quale deve essere la strada maestra: dinanzi agli occhi ha l'immagine di un Cristo povero e sofferente. Il Crocifisso gli parla con “commovente bontà” e gli impartisce un ordine molto preciso: “Francesco, non vedi che la mia casa sta crollando? Va' dunque e restauramela”. (FF, 1411). Le biografie commentano la reazione del santo che, fraintendendo, “pensava si trattasse di quella chiesa che, per la sua antichità, minacciava prossima rovina” (FF, 1411).

In realtà, ricorda padre Enzo, il Signore gli sta chiedendo qualcosa di molto più profondo. Gli chiede di essere un testimone, di sporcarsi le mani, di essere un operaio del Vangelo. Per compiere questo sforzo, per essere quello che gli viene chiesto, Francesco ha bisogno di ciò che chiede nella preghiera e che solo Dio può elargire in dono: “Dammi fede retta, speranza certa, Carità perfetta. Dammi umiltà profonda”. Quelli seguenti sono giorni travagliati e occorre fare delle scelte radicali. Tra queste vi è la rinuncia totale dei beni e il santo è ormai considerato all'unanimità un pazzo. Ma nulla può fermarlo, poiché ha effettivamente capito quale è il centro ispiratore di ogni sua azione. E mosso dall'entusiasmo e dallo Spirito Santo. È “lieto e raggiante”, dicono le fonti, e ha capito che è “stato veramente il Crocifisso a rivolgergli il messaggio” (FF, 1411)