Serie TV

Episodio 1: L’inaspettato

Eugenio Bonanata e Daniele D’Elia
Pubblicato il 01-10-2021

L'Assisiate indiscusso protagonista del Medioevo

Nella prima puntata del ciclo ‘Un mese con San Francesco’, il poverello di Assisi viene ricordato come indiscusso protagonista del Medioevo, tanto da essere celebrato da Dante Alighieri nel canto XI del “Paradiso”. Il sommo poeta, riferendosi a Francesco, scrive: “nacque al mondo un sole”. Cosi, viene esaltata l'infinita Provvidenza di Dio che, al fine di rendere più salda la Chiesa, ha disposto la nascita di un uomo pieno di ardore mistico, e la cui magnificenza è simile a quella dei Serafini. Anche San Bonaventura definisce San Francesco “stella del mattino”. La sua vita e la sua dottrina hanno illuminato gli uomini con “raggi fulgentissimi”. Egli è “testimone della Luce”, scelto da Dio come “campione, guida e araldo della perfezione evangelica”.

Tuttavia, Francesco venne al mondo “inaspettatamente”, argomenta padre Enzo. Ed è a questo modo che inizia la sua storia, nulla di eccezionale, nell'ordinarietà di una cittadina nella valle di Spoleto. Dei suoi natali non sappiamo anno, mese, giorno. Certamente, ci riferiscono i biografi, il padre era in viaggio per lavoro e, in assenza del consorte, “la madre gli mise nome Giovanni” (FF, 1395). Quando Pietro di Bernardone, torna dalla Francia, vuole che si chiami Francesco. Padre Enzo, a proposito, asserisce: “il nome è sostanza” ed è esplicativo del futuro di questo fanciullo, perché significa “franco, libero, sincero”, caratteristiche che ritroveremo nel personaggio. Le biografie su Francesco d'Assisi sono tante e costituiscono la base della narrazione in questa serie. Le fonti francescane costituiscono un patrimonio immenso e hanno permesso, appunto, di ricostruire le vicissitudini di Francesco, di comprenderne l'umanità e il suo percorso verso la santità. Il primo biografo del "poverello d'Assisi" è stato il francescano Tommaso da Celano, ricorda padre Enzo. Sua è la "Vita prima", scritta tra il 1228 e il 1229, subito dopo la morte del santo. Lo stesso autore ha redatto la "Vita seconda" e la "Vita terza" in un periodo molto tormentato e caratterizzato da una crisi identitaria dei frati minori. Bonaventura da Bagnoregio, successivamente, scriverà una biografia ufficiale, la “Legenda Maior”. Questo testo, approvato nel 1263, è considerato più autorevole ed è il principale riferimento nel racconto di padre Enzo.

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