religione

Simeone vescovo e martire

Antonio Tarallo
Pubblicato il 18-02-2020

Vita del santo che la tradizione identifica nel fratello di Gesù

Simeone I di Gerusalemme, o meglio, San Simeone, fu secondo vescovo della chiesa di Gerusalemme, succedendo al fratello, Giacomo il giusto, alla sua morte nel 62. Rimase vescovo di Gerusalemme fino alla sua morte nell’anno 107. L’elezione di Simeone è stata riferita da Egesippo, uno dei primi scrittori cristiani. Sulle notizie di Egesippo, troviamo la testimonianza dello storico Eusebio che, nella sua “Storia ecclesiastica” scrive : “Dopo il martirio di Giacomo e la caduta di Gerusalemme che subito seguì, narra la tradizione che gli apostoli e i discepoli del Signore che erano ancora in vita [...] si unirono ai parenti del Signore (la maggior parte dei quali era ancora in vita a quel tempo) e tennero consiglio tutti insieme per decidere chi giudicare degno di succedere a Giacomo. All’unanimità tutti designarono vescovo Simeone, figlio di Cleofa che è menzionato nel Vangelo”.

“Fratello di Gesù”?

Nel Vangelo di Matteo (13,55-57) troviamo:
“Non è questi il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte tra di noi? Da dove gli vengono tutte queste cose?» E si scandalizzavano a causa di lui. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria e in casa sua»” .

Nella tradizione cattolica viene fatto coincidere con Simone, fratello di Gesù, anche se il grado di parentela non è confermato data la pluralità di significati attribuiti alla parola “fratello” nella lingua ebraica. Potrebbe essere figlio della sorella di Maria, perciò cugino primo di Gesù, anche se le ipotesi più accreditate e basate sull’esegesi dei Vangeli lo danno sempre per cugino di Gesù ma per parte di padre, in quanto figlio di Maria di Cleofa, moglie del fratello o comunque sorella di Giuseppe. Lo storico e scrittore greco Eusebio di Cesarea (biografo dell’imperatore romano Costantino I) - infatti - lo indica come “cugino del Salvatore”, figlio di Cleofa, fratello di Giuseppe, il padre putativo di Gesù. Nei Vangeli viene occasionalmente citato, e sembra sia uno dei due discepoli che per primi incontrano Cristo risorto sulla via di Emmaus.

La vita, il martirio per la fede

Nell’anno 70, fu costretto a fuggire - assieme al suo popolo - per trovare rifugio oltre le sponde del fiume Giordano, presso Pella di Perea. In questa terra, visse in pace per trent’anni: l’imperatore romano Traiano, aveva proibito le persecuzioni contro i cristiani. Al tempo di Vespasiano e Domiziano (padre e fratello di Tito), Roma ordina ricerche sui parenti di Gesù: ma solo perché, insieme ad altri, poichè discendenti dalla stirpe di Davide. Si susseguono denunce e arresti, ma - in questo caso - non viene annoverato Simeone. Sarà durante il tempo dell’ imperatore Ulpio Traiano - regnante dal 98 al 116 - che il vescovo santo troverà la persecuzione e la morte.
Eusebio di Cesarea attesta, infatti: “Accusarono Simeone, figlio di Cleofa, di essere discendente di Davide e cristiano: egli subì così il martirio, all’età di 120 anni, sotto Traiano Cesare e il console Attico. Questi, governava la Giudea e seguì di persona il giudizio e l’esecuzione, meravigliandosi per il coraggio di Simeone nei “molti giorni” delle torture, alle quali seguì la crocifissione”.

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