religione

San Massimiliano Kolbe e la Medaglia Miracolosa

Antonio Tarallo
Pubblicato il 27-11-2021

La devozione per la Medaglia coniata dopo apparizione della Madonna nel 1830

Padre Massimiliano Maria Kolbe, il frate dell'Immacolata, l’innamorato di Maria, nel 1918, dopo essere ordinato sacerdote, celebrava la sua prima Messa a Roma in una chiesa vicina alla famosa Piazza di Spagna. E’ la chiesa di Sant’Andrea delle Fratte ed è il luogo dove, il 20 gennaio del 1842, l’Immacolata Concezione della Medaglia Miracolosa apparve all’ebreo Alfonso Ratisbonne.  Il giovane ebreo che portava la medaglia al collo per scherno si converte in un solo istante. Cade da cavallo, come Paolo di Tarso. Un cambio di vita che lo porta a Cristo e a Maria. Sul suo collo, dunque, la Medaglia Miracolosa, coniata per volontà della Madonna espressa a Santa Caterina Labouré nell’apparizione del 27 novembre del 1830: “Fa’ coniare una Medaglia secondo questo modello! Tutti coloro che la porteranno al collo riceveranno molte grazie; saranno colmati di benefici quanti la porteranno con grande fede”.

Ratisbonne dirà di aver visto la Vergine Maria così come è raffigurata sulla medaglia. Ma cosa è, dunque, raffigurato in questa famosa medaglia? Su un lato c’è la Vergine, con una preghiera a Maria. Una orazione semplicissima: “Oh Maria senza peccato prega per noi che ricorriamo a te”, in lingua francese, ovviamente. Sull’altro lato campeggia, grande, la lettera di Maria, la M, intarsiata nella croce e in due cuori: il Sacro Cuore di Gesù è il cuore addolorato della Vergine Maria.  Sarà proprio questo “oggetto” a divenire per padre Massimiliano Kolbe, un vero e proprio simbolo della sua missione mariana. Sarà, infatti, il signum dell’appartenenza alla Milizia dell’Immacolata, nata nelle stanze del convento di San Teodoro (sempre a Roma) il 16 ottobre 1917. San Massimiliano scrive: “Se uno manifesterà anche questo piccolo omaggio soltanto all'Immacolata, cioè porterà la sua Medaglia, lei non lo abbandonerà più e lo condurrà alla fede”. Inoltre i membri della Milizia la dovranno portare al collo, così come scritto nel regolamento: “Sul nostro petto essa sarà come un segno della nostra consacrazione interiore”. E tutti dovranno recitare almeno una volta al giorno la giaculatoria della Medaglia, con questa formula “O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi e per quelli che non ricorrono, specialmente per i nemici della Chiesa”. 

La diffusione della Medaglia, sarà un punto fondamentale della sua missione. E’ lui stesso a dircelo, in uno scritto del 1926. Nel periodico “Il Cavaliere dell’Immacolata”, organo di stampa della Milizia, troviamo queste parole: “Bisogna distribuire la Medaglia Miracolosa ovunque è possibile: ai fanciulli, perché la portino al collo, ai vecchi e soprattutto ai giovani, perché sotto la protezione  di Maria abbiano la forza sufficiente per resistere alle innumerevoli tentazioni e pericoli che oggi li insidiano. Anche a coloro che non entrano mai in chiesa, che hanno paura della confessione, si fanno beffe delle pratiche religiose, ridono della verità della fede, sono immersi nel fango dell’immortalità, oppure che se ne stanno al di fuori della Chiesa, nell’eresia: a tutti costoro bisogna assolutamente offrire la medaglia dell’Immacolata e sollecitarli affinché la portino volentieri e, contemporaneamente, pregare con fervore l’Immacolata per la loro conversione”.

Per padre Kolbe, le Medaglie miracolose erano - dunque - considerate dei veri e propri dardi con cui far breccia nei cuori di chi non crede, negli animi ostinati, nelle volontà indurite e incatenate al peccato. La luce che la Medaglia può dare è  l’alba di un sole che rischiara le tenebre di ognuno e Kolbe, allora, se ne fa promotore per tutta la sua esistenza. Per questo motivo, il frate francescano morto martire ad Auschwitz , portava sempre con sé le piccole medaglie. Sempre pronto a distribuirle in ogni possibile occasione: le collocava dappertutto, sui banchi dei negozianti, sui treni, sulle navi, nelle sale d’aspetto. Una evangelizzazione fatta di gesti quotidiani, piccoli, ma che dietro avevano un significato enorme: poter dare la possibilità a chiunque di conoscere la Vergine Maria. (Rivista San Francesco - clicca qui per scoprire come abbonarti)

 

 

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