Le visite dei pontefici
Ha colto di sorpresa anche i fotografi quando è sceso da una anonima berlina senza alcun preavviso: nessun lampeggiante, nessuna cerimoniale. Il Papa è arrivato al centro Astalli per i rifugiati, nel cuore di Roma, senza scorta. Bergoglio ha utilizzato la consueta «utilitaria» di colore blu: al posto di guida, come sua personale «scorta», il capo della Gendarmeria vaticana, Domenico Giani.
"A cosa servono alla Chiesa i conventi chiusi? I conventi dovrebbero servire alla carne di Cristo e i rifugiati sono la carne di Cristo". Lo ha detto Papa Francesco, durante il suo discorso nel centro Astalli a Roma, ipotizzando l'utilizzo dei conventi chiusi per l'accoglienza dei rifugiati. "Grazie perché difendete la vostra dignità, ma anche la nostra dignità umana", ha aggiunto. "Non basta dare un panino, ma bisogna accompagnare queste persone".
I RIFUGIATI - All'arrivo di Papa Francesco in via degli Astalli vi era una trentina di rifugiati, perlopiù africani in fila per salutare il Il Pontefice prima di entrare si è fermato a salutarli, a baciarli e abbracciarli. Ad accogliere il Papa, il cardinale vicario di Roma Agostino Vallini, da padre Giovanni La Manna presidente del Centro Astalli e da padre Federico Lombardi direttore della sala stampa vaticana. Il Pontefice si è diretto subito alle transenne, dietro le quali diversi profughi e immigrati gli hanno teso la mano per un saluto ravvicinato, al quale Francesco non si è sottratto.
IL SALUTO ALLA FOLLA - Poi, il Pontefice ha cercato di tornare indietro verso le transenne per stringere le mani anche ai tanti curiosi e turisti che aspettavano di vederlo. La folla, infatti, si era radunata davanti la struttura ha salutato Papa Francesco accogliendolo con calore. Il Santo Padre, ha salutato alzando le braccia verso i fedeli e infine è entrato nel Centro dei Gesuiti per i rifugiati da un ingresso laterale, muovendosi sempre senza scorta. Poco prima di Papa Bergoglio, era arrivato anche il sindaco di Roma Ignazio Marino. (Corriere della Sera)
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