religione

La Madonna che scioglie i nodi

Antonio Tarallo
Pubblicato il 28-09-2020

La storia, la devozione popolare, la storia del quadro e di Papa Francesco

All'origine, nessuna apparizione della Vergine, nessuna storia mistica. Non è una storia delle tante, quella della devozione del quadro di “Maria che scioglie i nodi”. Giunta a noi, questa storia così  terrena, ci fa riflettere su quanto la Vergine Maria sia presente nella vita quotidiana di ognuno. E, su quanto la nostra vita sia in continua relazione con lei. Lei, è Maria, la madre di Gesù nella quale ogni fedele ritrova la propria madre celeste. Allora, cerchiamo di entrare e comprendere questa “storia” che ha un po’ - bisogna dirlo - i tratti di una fiaba. 

La storia

Il nobile Wolfgang Langenmantel si era sposato con Sophie Imhoff nel 1612. Pochi anni dopo il loro matrimonio entrò in crisi, tanto che i due sposi iniziarono a considerare l’idea della separazione. Prima della completa separazione Wolfgang decise di recarsi a Ingolstadt – a circa 70 km a nord di Augsburg – per consultarti col padre gesuita Jakob Rem. Questo reverendo, allora, ebbe l’illuminazione, l’intuizione di affidare la situazione familiare di Wolfgang alla Vergine Maria, invocandola con il titolo di “Madre tre volte ammirabile” (Mater ter admirabilis), titolo da lui stesso coniato. Il nobile si recò al monastero in quattro occasioni diverse – in un lasso di tempo di 28 giorni – e, grazie alla preghiera recitata alla Vergine Maria in compagnia del gesuita, ottenne dei cambiamenti positivi nella sua situazione familiare. L’ultimo sabato del mese, il 28 settembre 1615, padre Jakob Rem, mentre stava pregando di fronte all’immagine della Vergine che si trovava nella cappella del monastero, sollevò il nastro matrimoniale dei coniugi Langenmantel, chiedendo che si sciogliessero tutti i nodi. Il nastro, a cui si fa riferimento nel racconto, era legato a una precisa tradizione dell’epoca: durante la celebrazione del sacramento, le mani congiunte dei due sposi erano legate da un nastro bianco, appositamente preparato, come segno di un nodo invisibile e indissolubile che li avrebbe uniti per tutta la vita. Ad ogni discussione Sophie aveva fatto un piccolo nodo sul suo nastro matrimoniale; quello stesso nastro, pieno di nodi, fu affidato al padre gesuita per la speciale preghiera. I nodi si sciolsero miracolosamente e il nastro divenne bianco come nel giorno del matrimonio. 

Il quadro, la devozione a Maria di Papa Francesco

Tutto inizia con la colomba, segno dello Spirito Santo. È posto nella parte alta del quadro.  L’immagine centrale del quadro è quella di una giovane donna, bella e dolcissima, a figura intera. Sopra le spalle e i fianchi porta un mantello blu, come mosso dal vento. E’ la Grazia di Dio che la rende sposa del Cielo. Indossa una tunica rossa: è la “Terra”, questa volta, che è presente nella figura di Maria. E’ una creatura umana e divina, al contempo. Mirabile e misteriosa unione tra il Cielo e la Terra.  Sul suo capo, ha una corona di dodici stelle, simbolo di trionfo e di vittoria. Il numero dodici è tradizionalmente ricco di simboli: essendo il prodotto di tre (che simboleggia la divinità) per quattro (che simboleggia l’umanità), sta ad indicare la perfetta unione tra l’umano e il divino. Nel mondo ebraico il dodici rappresentava la pienezza: dodici sono le tribù in cui è suddiviso il popolo d’Israele, dodici gli apostoli scelti da Gesù. Ha in mano il famoso nastro della storia della famiglia Langenmantel. Maria è intenta, con dolcezza materna a sbrogliare i nodi presenti, i lacci che legano la vita dei coniugi Langenmantel.  

Negli anni ’80, quando Papa Francesco era solo il padre gesuita Jorge Bergoglio, scoprì durante un viaggio in Germania una immagine della Madonna, la cosiddetta “Knotenloeserin” o “Vergine che scioglie i nodi”. Di questo quadro, Bergoglio portò in Argentina, varie riproduzioni, incrementando la sua devozione popolare a Buenos Aires. L’immagine, attribuita al pittore settecentesco Johann Georg Melchior Schmidtner, si trova nella chiesa di St. Peter am Perlach ad Augusta, nel Sud della Baviera. 

Il quadro fu commissionato al pittore come ex voto dai discendenti del nobile Wolfgang Legenmantel, che nel 1615 rinunciò a divorziare dopo aver pregato la Madonna dietro consiglio del gesuita Jokob Rem. Il sacerdote Bergoglio fu colpito subito da quest’allegoria del ruolo di mediatrice della madre di Gesù.  Nel settembre del 1996, padre Rodolfo Arroyo, che era stato nominato pochi mesi prima parroco di San Jose’ del Talar, nella capitale argentina, decise di portarla alla venerazione anche nella sua chiesa. In meno di tre mesi un’artista locale, Ana Betta de Berti, dipinse una riproduzione del quadro originale tedesco e la donò alla parrocchia. Il futuro Papa Francesco, celebrando la messa a San Josè del Talar l’8 dicembre del 2011, sottolineò che questa rappresentazione della Madonna illustra il fatto che “Dio, il quale distribuisce la sua Grazia a tutti i suoi figli, vuole che noi ci fidiamo di Lei, che le affidiamo i nodi dei nostri peccati per fare sì che Lei ci avvicini a suo figlio Gesù”.

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