religione

L'eredità di Giovanni Paolo II

Antonio Tarallo Ansa - FILIPPO MONTEFORE
Pubblicato il 29-09-2022

Cinque giorni di studio

Cinque giorni intensi per ricordare e, soprattutto, riflettere sull’eredità di un grande papato, quello di San Giovanni Paolo II: a Roma, dal 21 al 25 settembre, si sono tenuti dibattiti, simposi, celebrazioni liturgiche per il 40° anniversario della Fondazione Giovanni Paolo II, la più antica tra le fondazioni vaticane riportate nell'Annuario Pontificio. La Fondazione Giovanni Paolo II - istituzione ecclesiastica, religiosa e culturale - venne creata, con decreto pontificio del 16 ottobre 1981, come risposta al desiderio di numerosi polacchi - soprattutto residenti all’estero - che desideravano accompagnare il Santo Padre nel suo ministero.

La Fondazione, istituita in Vaticano, si propone di rafforzare i legami storici tra la nazione polacca e la Santa Sede, di promuovere la cultura cristiana e l'insegnamento cattolico, con particolare attenzione al magistero di Giovanni Paolo II; inoltre, fornisce assistenza spirituale ai pellegrini - soprattutto di nazionalità polacca - che arrivavano a Roma. Per la realizzazione di tali obiettivi sono stati istituiti la Casa Polacca e il Centro di Documentazione e di Studio del Pontificato di Giovanni Paolo II.

Il tanto atteso evento - che cadeva nel 2021, ma a causa della pandemia, non è stato possibile celebrare - ha visto coinvolti: il cardinal Stanisław Dziwisz, per quarant’anni circa a fianco di Wojtyła; l'arcivescovo Marek Jędraszewski, arcivescovo di Cracovia; padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger; e tanti altri illustri ospiti. Per la Fondazione Giovanni Paolo II, presenti: mons. Paweł Ptasznik, rettore della Chiesa di San Stanislao a Roma, e stretto collaboratore di Wojtyla; mons. Stefan Wylężek; mons. Sławomir Oder, postulatore della causa di canonizzazione dell’amato pontefice e don Andrzej Dobrzyński, direttore del Centro di Documentazione e di Studio Giovanni Paolo II.

Clou della quattro giorni, l’evento svoltosi - presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma - nella mattinata di venerdì 23 settembre, dal titolo “How do we transmit the legacy of the pontificate?”. Un grande Papa reca con sé, sempre, una grande eredità. Nella grande sala dell'università, intitolata al papa polacco, una gremita folla ha partecipato alla giornata di studi, con attenzione e grande partecipazione: la presenza di Giovanni Paolo II, a distanza di diciassette anni dalla sua morte, è palpabile, viva, mai sbiadita dal tempo. Ma non è stata solo una giornata di ricordo: le nuove visioni e prospettive della Fondazione, in dialogo con le altre vaticane, sono state al centro del dibattito.

L’eredità di Giovanni Paolo II sembra davvero superare le barriere del tempo perché la Fondazione che reca il suo nome, è pronta a nuove sfide, camminando con la società non solo ecclesiale, ma anche civile. Gli interventi che si sono susseguiti nella giornata hanno tratteggiato nuove possibili visioni per l’attività della Fondazione Giovanni Paolo II. A conclusione, una tavola rotonda, moderata dall'editore Michał Kłosowski, animata dall'arcivescovo Józef Staniewski, padre Michał Paluch OP e Wojciech Halarewicz.

Non sono mancate le celebrazioni liturgiche, anima spirituale degli eventi: una Santa Messa nella Basilica di San Giovanni in Laterano, presieduta dall'arcivescovo Marek Jędraszewski; e, una Santa Messa, presieduta dal cardinal Stanisław Dziwisz, nella Basilica di San Pietro in Vaticano, come conclusione delle giornate. Il dialogo con gli artisti è stato, sempre, presente nel pontificato di Wojtyla; e non è mancato - ovviamente - un momento artistico nella full immersion di questi giorni: un concerto del Coro Giovanni Paolo II di Varsavia, accompagnato dall’Orchestra Filarmonica di Roma, si è svolto nella Basilica di San Pancrazio a Roma.

Karol Wojtyla, un passato che vive nel presente e - grazie alla Fondazione Giovanni Paolo II - proiettato verso il futuro.

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