Le visite dei pontefici
“Oggi voglio ricordare le famiglie che non possono uscire da casa, forse l’unico orizzonte che hanno è il balcone”.
Papa Francesco chiede al Signore che dentro le case genitori e figli trovino il modo di costruire rapporti di amore. “Preghiamo per le famiglie che sappiano vincere insieme l’angoscia di questi giorni. Preghiamo per la pace della famiglia e per la creatività”.
I Lettura Os 6,1-6
Voglio l’amore e non il sacrificio.
Vangelo Lc 18,9-14
Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.
Il Santo Padre nella Liturgia della giornata riprende alcune figure del Vangelo.
“ Il Vangelo è sempre pieno di persone e in questo caso ci insegna come avvicinarci al Signore: con umiltà”. Inizia dal giorno prima: “La parola del Signore che abbiamo sentito ieri diceva “torna a casa”. Oggi troviamo la risposta “ritorniamo a casa dal Signore. Egli ci ha straziato ed egli ci guarirà”.
La speranza per il Papa, il modo di trovare il Signore, è la preghiera
“Nel Vangelo Gesù insegna come pregare - ripercorre - Papa Francesco. Due uomini: uno è presuntuoso che prega per dire che è bravo ( il fariseo ). Se hai bisogno di qualcosa dimmi, io risolvo il tuo problema. Ecco - assicura - la presunzione. Forse lui faceva tutte le cose che diceva la legge: il digiuno, il pagamento delle decime, io sono bravo”.
Francesco poi riprende gli altri profili di uomini, creando un tutt’uno con la Parola della settimana. “Il figlio maggiore nella parabola del figliol prodigo. Presuntuoso. L’altro è il ricco senza nome, ma ricco, a cui non importava nulla degli altri ( nel passo del Vangelo su Zaccaria). Entrambi sono uomini che hanno sicurezza nel potere. Oggi però c’è un altro uomo presuntuoso: il pubblicano che si batteva il petto chiedendo pietà dei peccati. Come il figliol prodigo. Che si batteva il petto per i peccati contro il padre”.
Francesco riprende e descrive l’altra faccia degli uomini che si incamminano verso il Signore
“ Il mendicante Lazzaro alla porta del ricco, nei giorni scorsi, e il pubblicano che sa di essere peccatore e chiede al Signore la sua benevolenza, oggi. Lo fa con umiltà”. Suggerisce anche un altro esempio Francesco: “Nella festa di San Giovanni Battista il popolo si avvicinava al Giordano con l’anima nuda e con i piedi nudi”.
Ecco poi l’invito quotidiano che il Papa rivolge da Casa Santa Marta: “ Pregare con l’anima nuda, senza alcun travestimento, con il cuore nudo, senza coprire nulla, senza avere fiducia neppure nel modo con cui abbiamo imparato a pregare. Pregate tu e io, faccia faccia - esorta muovendo le mani come per accompagnarci -. Quando andremo davanti al Signore con presunzione saremo come quegli uomini presuntuosi del Vangelo.
La strada per tornare al Signore è abbassarsi. La strada è la realtà. E l’unico uomo dei due che lo ha capito è il pubblicano con la sua invocazione ‘tu sei Dio e io il peccatore’. “ Poi spiega ma anche ammonisce come “giustificare se stessi sia superbia e orgoglio. È come parlare con lo specchio. Esaltare noi stessi è travestirsi di ciò che non siamo ma le nostre miserie rimangono dentro, il fariseo esaltava se stesso. Ripete:”Confessare i propri peccati senza giustificarsi. Con l’anima nuda”.
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