religione

I santi 'nascosti' della famiglia francescana: Fra Pacifico di San Severino

Antonio Tarallo
Pubblicato il 23-09-2020

Famoso soprattutto come padre confessore, profetizzò il terremoto del 1703 e la vittoria di Carlo VI sui Turchi nel 1717

La famiglia francescana: volti e biografie che si perpetuano nella Storia della Chiesa. Semi di santità sparsi ovunque, nell’Italia, nel mondo. Tutto ha origine con San Francesco d’Assisi, e questo si conosce bene. Difficile, invece - a onor del vero - conoscere tutti i santi volti che - insieme - formano quello che potrebbe definirsi un “coro celeste”. Molte volte, risuonano solo le voci più conosciute, quelle che richiamano maggiore devozione. Ed è naturale tutto ciò. La nostra memoria ha una capacità di assorbire informazioni limitate: “registrare” tutto è  impossibile. Ed allora che diviene davvero difficile fare memoria di tutti gli esempi di santità francescana che nel corso dei secoli si sono susseguiti. Eppure la grande, immensa, sterminata famiglia di San Francesco d’Assisi vive di personaggi - o meglio, di santi - che hanno dimostrato con la loro vita il perseguimento degli insegnamenti del Serafico Padre, il “primo saio santo”, definiamolo pure così. Una schiera innumerevole di uomini, donne, religiosi e consacrati, laici e sposati che hanno raggiunto la perfezione evangelica imitando e facendo propri i passi del Poverello di Assisi.

Fra questi, vi è Fra Pacifico da San Severino, alla nascita Carlo Antonio Divini. Il santo francescano nasce a San Severino Marche il 1 marzo 1653 dai genitori Anton Maria Divini e Maria Angela Bruni. E’ una famiglia nobile di San Severino. Dopo la loro morte, è allevato dal rigido zio materno, arcidiacono della cattedrale di San Severino. Comincia in lui a nascere, in quegli anni, il desiderio di seguire la vita religiosa. Come attestano varie biografie è il periodo della sua infanzia solitaria e meditativa, scandita da frequenti visite di raccoglimento alle chiese della città e ai “sacri altarini” che si costruiva in casa. E’ facile immaginare questa piccola figura in ginocchio, in preghiera, nell’ascolto e nella meditazione della Parola, già in tenera età. A diciassette anni, Carlo Antonio entra a far parte dell’Ordine dei Frati Minori e prende il nome di Fra Pacifico. Il sacerdozio giungerà il 4 giugno 1678. Da questo evento comincia la sua missione nelle Marche, divenendo famoso in questa terra soprattutto come confessore: la sua amabilità, l’ascolto profondo e attento delle anime divengono le caratteristiche principali della sua vocazione, tanto da riservargli sul Martirologio Romano tale descrizione: “insigne per la penitenza”.  

Trascorre poi un periodo anche ad Urbino. In questa città diviene vicario del convento di San Severino per poi trasferirsi nel convento di Forano. Solo nel 1692 viene eletto guardiano del convento di San Severino. L’anno seguente è di nuovo a Forano dove dimorerà per dodici anni, per poi fare nuovamente ritorno a San Severino nel 1705. Ma la sua salute va progressivamente peggiorando, soprattutto soffrendo per una piaga della gamba destra. A ciò si aggiungerà poi la sordità e la cecità che lo proveranno profondamente, tanto da impedirgli - negli ultimi anni della vita - di celebrare addirittura Messa. Muore il 24 settembre 1721.

San Pacifico fu dotato dal Signore di doti eccezionali: visioni ed estasi, capacità di compiere miracoli.  Ma non fu solo questo. Ebbe anche il dono della profezia: basterebbe ricordare la previsione del terremoto del 1703 e la vittoria di Carlo VI sui Turchi nel 1717. Fu proclamato beato da Papa Pio VI il 4 agosto 1786 e santo da Papa Gregorio XVI il 26 maggio 1839.

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