religione

'Fratelli tutti' nel nome di Maria

Antonio Tarallo Osservatore Romano
Pubblicato il 19-10-2020

Intervista a p. Wissam Abou Nasser, Presidente del “Centro Mariano per il Dialogo interreligioso” in Libano

Il dialogo interreligioso, passa per Maria, la Madre di Gesù. Le visioni auspicate da Papa Francesco di una Chiesa aperta al dialogo, aperta al confronto vivono anche in terre lontane, come quelle del Libano. Terra particolare, il Libano, intrecciata profondamente con la Sacra Scrittura.  Ci sono nella Bibbia espressioni e immagini che si possono cogliere appieno soltanto immergendosi nella geografia delle terre, dei mari e dei monti delle regioni in cui è nata. Se dal mare o da qualunque luogo dei territori corrispondenti agli attuali Siria e Israele si guarda verso il Libano, ciò che lascia un’impressione profonda sono le imponenti catene montuose, con cime che, superando i 3.000 metri, si stagliano contro il cielo.

In questo Paese esistono volti e biografie che seguono strade insolite, mai percorse, e che segnano il cammino di altri volti: una sola persona può incidere nella  vita del prossimo, del fratello. Conversando con padre Wissam Abou Nasser, sacerdote della Diocesi maronita di Zahlé, nel Libano, si avverte - fin da subito - che il suo ministero si è - da sempre - concentrato nella ricerca di dialogo e vicinanza con il prossimo.  Padre Nasser è membro della Pontificia Accademia Mariana Internazionale e Vice Presidente e Segretario della “Società mariologica mediorientale” dal 2000.  Dal 2019, ricopre l’incarico di  Presidente del “Centro Mariano per il Dialogo interreligioso” nella martoriata terra del Libano che “per oltre cento anni, è stato un Paese di speranza” dove i suoi abitanti “hanno conservato la loro fede in Dio e dimostrato la capacità di fare della loro terra un luogo di tolleranza, di rispetto, di convivenza” (Papa Francesco, 2 settembre 2020). Ed è, infatti, proprio per ciò che in questo territorio del Medio Oriente, dove coabitano cristiani e musulmani sciiti, sunniti e drusi, ogni 25 marzo - ad esempio - viene festeggiata l’ “Annunciazione a Maria”: è ormai , da ben dieci, che è divenuta “festa nazionale”, riconosciuta dalle autorità del luogo. E’ una delle conquiste del Centro, luogo vivo di progetti, di visioni e speranze per un futuro che vede noi, “tutti fratelli”.  E sull’ultima Enciclica del Pontefice, abbiamo voluto ascoltare padre Wissam Abou Nasser, in qualità di Presidente del “Centro Mariano per il Dialogo interreligioso”.

"Per molti cristiani, questo cammino di fraternità ha anche una Madre, di nome Maria. Ella ha ricevuto sotto la Croce questa maternità universale (cfr Gv 19,26) e la sua attenzione è rivolta non solo a Gesù ma anche al «resto della sua discendenza» (Ap 12,17). Con la potenza del Risorto, vuole partorire un mondo nuovo, dove tutti siamo fratelli, dove ci sia posto per ogni scartato delle nostre società, dove risplendano la giustizia e la pace" (Fratelli tutti, n. 278). Presidente, la vostra attività rispecchia proprio questo: un dialogo interreligioso che vede Maria al centro.

Nel libro della Genesi, al capitolo 22 troviamo scritto: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio,  io ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Saranno benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce». Solo perché Abramo ha accettato la volontà del Signore di offrire il suo figlio unico, la sua ricompensa è stata quella di diventare il padre di tutte le nazioni. Maria, allo stesso modo, ha accettato di offrire il suo  unico Figlio Gesù sulla Croce, sul Golgota. Ma quando ha detto “sì” all’annuncio, da quel momento, esattamente come Abramo, è divenuta già la Madre di tutte le nazioni. Per questo motivo, un dialogo interreligioso che non vede Maria al centro, è inesistente, perché solo con Maria, nonostante la diversità, possiamo realmente definirci fratelli”. 

In fondo, questo cammino indicato da Papa Francesco, il  “Centro mariano per il dialogo interreligioso” lo ha iniziato da tempo. Penso al riconoscimento da parte delle autorità libanesi di festeggiare la festa dell'Annunciazione. Un traguardo - certamente - importante, direi. Un traguardo di fratellanza e amore per il prossimo. 

Qui in  Libano, il nostro vantaggio è stato il vivere insieme da centinaia di anni. Conoscere l'altro sotto l’aspetto culturale, vuol dire che è facile, che è possibile dialogare sulla stessa Madre.  La nostra quasi stessa cultura cristiana e musulmana venera la figura della Madre. Non abbiamo trovato nessun problema a far venerare la Santa Madre di Dio.

Eppure, malgrado gli sforzi, l'Uomo si ostina ancora a camminare sulla via dell'odio, dell'intolleranza, della guerra. L'attentato scorso a Beirut, ad esempio, rappresenta un triste esempio. Potrebbe sembrare alquanto banale ma viene così naturale chiedere: perché tutto questo?

È il conflitto di potere a non credere nella fratellanza umana. Crede solo al beneficio e al potere. Distruggere un porto ed uccidere centinaia di esseri umani è poca cosa per coloro che non credono nella fratellanza umana, e specialmente per quelli che non hanno una coscienza spirituale. Questa è l’epoca in cui dobbiamo dare una mano a Cristo nel portare la Croce. Dobbiamo farci Cirenei con amore. Bisogna, in fondo, accettare questa Croce, nonostante le spade che feriscono i nostri cuori.  La nostra vita è racchiusa in questo: contemplare Gesù, pronunciando il nostro “sì” a ciò che è umanamente inspiegabile.  

 

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA