religione

Fortunato,1252: 'Quella prima ''messa'' in onda'

Redazione
Pubblicato il 12-04-2020

La riflessione di Padre Enzo apparsa tra le colonne del Corriere della Sera

In questi giorni. In questo lungo periodo Gesù va «in onda» anche a porte chiuse. Per milioni di persone la prima Pasqua dinanzi alla tv. Un grande interrogativo serpeggia, tra chi pretende le chiese aperte e chi invita alla cautela. E pensare che «la prima messa in onda» avvenne in una notte del 1252. Chiara, santa Chiara, prostrata dalla malattia nel monastero di San Damiano, non può partecipare alla celebrazione liturgica con le sue consorelle e rimane confinata nel suo letto. Al ritorno le sue consorelle gli confidano la celebrazione che avevano vissuto e lei rivela «anche io ho partecipato».

Di fronte allo stupore delle religiose, santa Chiara spiegò che Dio le aveva concesso la grazia di vedere e udire dalla sua cella la cerimonia. Era la notte di Natale. Sette secoli più tardi, nel 1958, papa Pio XII la dichiarò patrona della televisione.

L’episodio fa comprendere quanto siano importanti i mezzi di comunicazione per donare e diffondere la buona novella della Resurrezione. Ma il vero interrogativo che dovremmo porci non è tanto se è giusto o non è giusto questo medium.

La vera domanda è un’altra: che esperienza facciamo di questa «messa in onda»? Il gesuita belga André Godin scrive e pone una sostanziale differenza: tra «esperienze emotive» ed «esperienze trasformanti». Quella autenticamente religiosa induce l’uomo a trasformare i suoi desideri in desideri cristiani.

L’Altro non è più un’illusione, ma la strada che si vive e si percorre, quindi la fede incarnata nella realtà quotidiana. Se questo avviene anche attraverso «sorella rete» o «sorella tv», non dobbiamo temere niente, ma percorrere con serenità la strada della comunicazione. E la Pasqua che stiamo vivendo sarà quella esistenziale, quella che forse più attende il cuore di Dio. In attesa di poterci riabbracciare da risorti.

Padre Enzo Fortunato

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