Le visite dei pontefici
Da San Giovanni Rotondo a Padova, un viaggio tra i frati ai tempi del Covid-19. Che ha paralizzato il turismo religioso
«Dopo tante perplessità e con sincera amarezza nel cuore per aver dovuto rinunciare all’appuntamento mariano vissuto tradizionalmente in Piazza Europa, nel cuore della Città di Padre Pio, possiamo comunque confermare che anche quest’anno il Mese di Maggio non solo si farà ma allargherà straordinariamente i suoi confini».
I Frati Cappuccini del santuario di Padre Pio a San Giovanni Rotondo rilanciano il Rosario nel mese mariano sui social network,a causa delle restrizioni per l'emergenza sanitaria in corso. Lo ospiteranno le pagine Facebook: Accoglienza Giovani Padre Pio / Convento Santuario Padre Pio.
E' un modo per cercare un'alternativa alla normalità, in uno dei luoghi più affollati in Italia e nel mondo per il turismo religioso. Una rivoluzione, dovuta ai rischi di diffusione del coronavirus, che da mesi sta penalizzando l'arrivo dei fedeli a San Giovanni Rotondo.
3 MILIONI DI COMUNIONI
i frati cappuccini dicono di attendere «con speranza il momento in cui potranno ritornare ad accostarsi alla mensa eucaristica e a rispettare le misure di prevenzione affinché si possano accorciare i tempi dell’attesa».
Attraverso l’emittente dei Frati Minori Cappuccini, Tele Radio Padre Pio, vengono quotidianamente trasmesse messe in diretta e in streaming. «In questo periodo di pandemia – racconta a L'Immediato, il direttore della Tv, Stefano Campanella – è un modo per far compiere ai devoti di San Pio un pellegrinaggio virtuale e partecipare alle celebrazioni religiose» .
Le messe in diretta televisiva in alcuni casi raggiungono anche punte di 300mila telespettatori sul territorio nazionale. Secondo stime fornire da Campanella, le messe a San Giovanni Rotondo richiamano ogni anno 5 milioni di fedeli. Un dato calcolato attraverso il numero di comunioni dispensate: circa tre milioni di ostie servite ai fedeli durante le funzioni religiose. Numero – racconta Campanella – che va raddoppiato perché non tutti i devoti ricevono l’Eucarestia durante le messe».
«È arrivato il momento di preoccuparci seriamente del futuro della nostra città che vive di turismo religioso, di commercio e di attività imprenditoriali», è stato il grido d’allarme del primo cittadino di San Giovanni Rotondo Michele Crisetti.
1,2 MILIONI DI PELLEGRINI IN MENO
Tra marzo e maggio, quando i flussi resteranno fermi o molto bassi per effetto del coronavirus, la Basilica di Sant'Antonio di Padova arriverà a perdere circa 1,2 milioni di pellegrini.
A fare la stima è padre Oliviero Svanera, rettore della Basilica. «Di solito i pellegrinaggi portano circa 4 milioni di fedeli all'anno, di cui 400 mila ogni mese in primavera - spiega padre Svanera a l'Ansa - L'aumento delle visite inizia a marzo e si conclude il 13 giugno con la festa di Sant'Antonio. Quest'anno poi il tempo è stato meraviglioso, e quindi a Pasqua avremmo avuto tantissima gente».
Una paralisi che danneggia anche economicamente i santuari. A Padova, ad esempio, il danno è stato stimato in circa 150mila euro, che «che servono a pagare venti addetti e a tenere in piedi un complesso imponente come il nostro, che richiede grandi spese anche per i piccoli interventi», conclude il rettore.
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