religione

Custodia del Creato, Bartolomeo I: 'Tutti colpevoli del degrado ambientale'

Redazione
Pubblicato il 22-10-2020

Negli ultimi decenni, il mondo ha assistito ad un allarmante degrado ambientale – con il cambiamento climatico, la perdita della biodiversità e l’inquinamento delle risorse naturali – insieme a un crescente divario tra ricchi e poveri”. “Siamo tutti colpevoli in tante cose!”. Ha usato parole forti il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, per denunciare lo stato di degrado e distruzione che l’uomo sta facendo subire al pianeta terra. Lo ha fatto questa mattina intervenendo all’apertura dell’anno accademico della Pontificia Università Antonianum con una prolusione dal titolo “Il Patriarcato ecumenico nel mondo contemporaneo: visione e testimonianza sociale”. 

In questa occasione, il rettore dell’Antonianum, Augustìn Hernàndez Vidales, ha conferito al patriarca il dottorato honoris causa in filosofia, alla presenza del card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano. Conosciuto nel mondo come “Patriarca verde” per il suo impegno ormai pluridecennale a favore dell’ambiente, Bartolomeo non nasconde la sua preoccupazione per lo “stato di salute” della terra. “È evidente che la ragione del progresso è falsa e inopportuna, quando la casa dell’uomo viene distrutta e viene falcidiata la persona umana”, ha detto. “Con questo spirito, benediciamo ogni iniziativa, che contribuisca alla consapevolezza della gravità della presente crisi ecologica e dei problemi sociali correlati, nonché della necessità di un cambiamento radicale di mentalità e di un orientamento valutativo dell’uomo contemporaneo”. 

Nella prolusione, Bartolomeo chiama tutti all’impegno, sottolineando “l’urgenza di interventi mirati”. “È inconcepibile che la politica sostenga scelte che funzionano a scapito dell’ambiente naturale e della coesione sociale. E neppure l’economia è legittimata a rimanere nella sua propria legge e nel principio della massimizzazione della redditività, quando queste sono distruttive per l’ambiente e per la società. Inoltre, il prometeico ‘imperativo tecnologico’ che impone di produrre ciò che è tecnicamente possibile, senza interessarsi sugli effetti per l’uomo e per il creato, promuove comportamenti distruttivi nei confronti dell’ambiente”. (Agensir)

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