Le visite dei pontefici
Dopo una vita dissoluta, si convertì al Cristianesimo
Il nome potrebbe trarre in inganno: Costantino. La memoria di tutti corre subito al grande imperatore romano Costantino, celebrato dalla Chiesa d’Oriente il 21 maggio, insieme alla madre Elena. L’importante imperatore che tanto contribuì alla libertà del Cristianesimo. Anche il Costantino che festeggiamo oggi fu re, ma dell’attuale Cornovaglia. È possibile - a seconda delle fonti - trovare questo santo citato come San Costantino di Cornovaglia, San Costantino di Dumnonia o San Costantino di Scozia (o Caledonia). Tuttavia non va confuso, oltre che con il celebre imperatore, anche con altri santi sovrani vissuti in seguito sempre in Gran Bretagna e comunque non censiti dalla Bibliotheca Sanctorum: San Costantino re di Strathclyde, San Costantino I re di Scozia e San Costantino II re di Scozia.
Tutto ciò che sappiamo di certo sul santo di oggi si deve alle informazioni tramandate da Gildas (abate e storico britannico, fondatore di molti monasteri, venerato come santo) che definì San Costantino, “cucciolo tirannico dell’impura leonessa di Damonia”. Costantino, nato intorno al 520, ascese al trono nel 537 dopo la morte di suo padre Cado. Gildas narra come il primo periodo della sua vita fu a dir poco “scellerato”: aveva ripudiato addirittura sua moglie, figlia del sovrano bretone Armoricana. Inoltre, dopo aver giurato di voler fare la pace con i suoi nemici, si travestì da abate, entrò nel santuario dove questi si trovavano e li uccise spietatamente ai piedi dell’altare. Successivamente, arrivò la conversione al Cristianesimo. Per lui, un vero e proprio cambio radicale di vita.
Fondò chiese, attraversò il canale di Bristol e visse molti anni come monaco in Irlanda, cimentandosi nell’ascesi e nello studio delle Sacre Scritture, ricevendo addirittura dopo la dovuta preparazione l’ordinazione presbiterale. Si ritirò in eremitaggio a Costyneston (Cosmeston), nei pressi di Cardiff, e fu anche discepolo di San Columba di Iona e di San Kentingern. Spinto da questi grandi santi si spinse verso nord, ove fondò il monastero di Govan. Di questo, divenne primo abate ed intraprese l’evangelizzazione dei Pitti, popolazione indigena dell’odierna Scozia.
La Scozia, che allora aveva ancora il nome latino di Caledonia, era popolata da tribù barbare e indomite: gli Scotti e, più a settentrione, i Pitti. Neanche le legioni romane avevano potuto soggiogarle, e per difendere i confini della Britannia dalle loro incursioni fu necessario costruire gigantesche muraglie, o valli, che sbarravano il paese da levante a ponente. Costantino è destinato ad essere il primo martire a spargere il proprio sangue su quella terra per la sua fede nel Vangelo. Costantino andava predicando sulle pubbliche piazze la Parola di Dio. Il 9 maggio 576 a Kintyre, fu trucidato da alcuni pagani fanatici e le rovine di un’antica chiesa a Kilchouslan segnano ancora oggi il luogo ove con ogni probabilità il santo è spirato.
Il corpo di Costantino, ritrovato dai suoi discepoli, viene traslato a Govon, nella chiesa che da allora porta il suo nome. La festa di San Costantino è celebrata il 9 marzo in Galles e Cornovaglia. L’11 marzo, invece, il santo viene celebrato in Scozia ed il 18 marzo in Irlanda. Il Martyrologium Romanum lo commemora solamente in data odierna.
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