religione

Cosa vuol dire essere il Custode del Sacro Convento di Assisi?  

Antonio Tarallo Pixabay
Pubblicato il 14-11-2020

Origine e storia

Custodire, verbo importante. Custodire, verbo che nel Cristianesimo ha una connotazione ben precisa. Non sono pochi, infatti, nell’Antico e Nuovo Testamento i rimandi a questo verbo così profondo. Si custodisce qualcosa di prezioso, si difende e si conserva. Cerchiamo di comprendere bene la sua etimologia. La radice della parola, come sempre, ci insegna tanto: dal latino, custodem, custode, colui che difende. 

Il custodire, dunque, è un concetto complesso: è un sinonimo - abbiamo capito - di vigilare, di assistere e di proteggere. Il custode non è una guardia bruta, insomma. Bensì il custode ha cura, preserva dai pericoli, provvede alle necessità. Un'immagine del genere, nella lingua, non può che essere enormemente suggestiva: pensiamo alla custodia degli occhiali, protezione di un oggetto fragile e prezioso. La custodia degli occhiali è morbida, ma al contempo “rigida” se c’è ne bisogno. Il suono così basso e grave della parola custode” è insieme dolce e lieve. E, l’immaginazione, corre subito a una figura alta, poderosa, che cura qualcosa con delicata attenzione, ma che è pronta a difenderla dai possibili attacchi.  

Dopo aver compreso, allora, cosa voglia dire la parola “custode”, cerchiamo di approfondire  cosa rappresenti tale figura nell’Ordine Francescano. La legislazione dell'Ordine riconosce al Sacro Convento “altissima dignità, essendo affidato alla sua custodia l'insigne santuario nel quale riposa lo stesso Serafico Padre”: il Sacro Convento era fin dalla sua origine - e rimane - il centro della spiritualità dell'Ordine stesso

Il Capitolo generale del 1972 affida la gestione di questa enorme istituzione religiosa alla "Custodia generale del Sacro Convento di San Francesco in Assisi".  Affidata alla particolare cura del Ministro generale, la Custodia si avvale della fattiva collaborazione di tutte le giurisdizioni dell'Ordine e, "in via ordinaria", è retta dal "Custode generale". Con la promulgazione del motu proprio di papa Benedetto XVI “Totius orbis” del 9 novembre 2005, anche l'attività pastorale svolta nel Sacro Convento (come quella in Basilica) è stata sottoposta al Vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, a norma del diritto.

Sempre nel 1972, con la formula "Custodia generale del Sacro Convento" il Custode del Sacro Convento assume il titolo di "Custode generale" con la qualifica canonica di Ordinario. A norma della legislazione dello stesso Ordine il Custode generale è nominato dal Ministro generale col suo Definitorio per un quadriennio (fino al 1996 per un triennio) per un massimo di due mandati consecutivi (fino al 2019 tre).

È antico l'uso di chiamare "Custode" il superiore religioso del Sacro Convento di Assisi, termine che del resto lo stesso San Francesco "impose" ai superiori dei conventi dell’Ordine Francescano. Infatti, in un documento del 27 maggio 1239, frate Elia da Cortona viene indicato come dominus e appunto custos della chiesa di San Francesco di Assisi. Era il primo “Custode del Sacro Convento di Assisi”.

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