religione

Chi erano i Magi?

Antonio Tarallo Archivio Fotografico Sacro Convento Assisi
Pubblicato il 05-01-2022

Il Vangelo e le tradizioni legate ai tre uomini

I Re Magi, un mistero. Potrebbe essere questo il titolo di un romanzo thriller visto che la loro storia, in fondo, è ancora avvolta nel mistero. Di loro, infatti, si narra unicamente nei primi dodici versetti del secondo capitolo del Vangelo di Matteo. E tutto ciò che ricaviamo sulla loro identità dal racconto dell’evangelista è racchiuso in tre semplici parole: “Giunsero da oriente”. Non si dice invece che i magi erano tre, né che erano re, né tanto meno si fanno i loro nomi. Questo è ciò che ci consegna il Vangelo.

Eppure, la nostra tradizione è figlia di un immaginario ben preciso: il loro numero, tre; i loro nomi, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Ma, da dove provengono queste informazioni? Tra l’altro c’è anche un altro elemento che non passa - certamente - inosservato: si parla sempre di Re Magi, quando poi - sempre nel Vangelo di Matteo - non abbiamo alcun riferimento a un’eventuale loro regalità.

Da dove derivano, dunque, questi particolari che riproduciamo ogni anno nei nostri presepi? Partiamo dal termine Magi: lo storico greco Erodoto, li descrive come una delle sei tribù dei Medi, un antico popolo iranico stanziato in gran parte dell’odierno Iran centrale e occidentale, a sud del mar Caspio. Essi precisamente costituivano la casta sacerdotale ed erano perciò sacerdoti della religione mazdea (credevano nel Dio unico Ahura Mazda), il cui culto fu riformato nel VI secolo a.C. da Zarathustra. Coltivavano anche l’astronomia ed erano dediti all’interpretazione dei sogni. L’identikit di astronomi ci aiuta a comprendere come per loro fossero - appunto - importanti le stelle. Tra l’altro, nel loro credo religioso, si parlava anche di un Messia, nato da una vergine e annunciato da una stella. Questo bambino era destinato a salvare il mondo.

Ma perché tre? La tradizione da tempo tramandata ci ha sempre parlato di tre Magi. Cerchiamo, allora, di comprendere come sia stato possibile tutto questo. Il numero tre – da sempre, altamente simbolico nella Scrittura – può essere nato dall'esigenza di affermare che tutto il mondo aveva reso omaggio al Salvatore. Infatti, tre era il numero dei continenti allora conosciuti. La presenza di un magio di colore, tra l’altro, completerebbe questo simbolismo: il riferimento al continente africano sembra più che esplicito.

E i nomi? In tutta questa “misteriosa vicenda”, non possiamo non annoverare anche la questione dei nomi. La tradizione attribuisce ai magi i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, ma non tutte le fonti sono concordi. Nel complesso monastico di Kellia, in Egitto, sono stati rinvenuti i nomi di Gaspar, Melechior e Bathesalsa. Melchiorre sarebbe il più anziano e il suo nome stesso deriverebbe da Melech, che significa Re. Baldassarre deriverebbe da Balthazar, mitico re babilonese, quasi a suggerire la sua regione di provenienza. Gasparre, per i greci Galgalath, significa signore di Saba.

Ultimo punto, a completamento dell’identikit dei Magi è quello che riguarda il significato dei loro doni al Bambino Gesù. Il significato dell’oro è da trovarsi nel concetto della regalità di Cristo: l’oro è un regalo degno dei re. L’incenso come testimonianza di adorazione alla sua divinità, perché Gesù è Dio. In ultimo la mirra che simboleggia l'unzione di Cristo o l'espiazione dei peccati tramite la sofferenza e la morte corporale.

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