religione

Assisi -Gerusalemme - Roma. Le tre Citta' Sante unite dallo stesso dramma e dalla stessa preghiera per l'Umanita'

Redazione Andrea Cova
Pubblicato il 17-03-2020

ASSISI - LA PREGHIERA DELLA COMUNITA' FRANCESCANA

Anche Assisi
, come ha raccontato padre Enzo Fortunato, è deserta. Ogni giorno, alle 12.30 sulla Tomba del Santo di Assisi, la Comunità francescana invoca il Signore per intercessione di san Francesco, affinché liberi l'Italia e il mondo da questo terrbile virus. Questo il pensiero di ieri, lunedì 16 marzo, di padre Enzo: 

«Mi trovo accanto a San Francesco d’Assisi. Echeggia forte il suo titolo: patrono d’Italia. Amato da credenti e non credenti in una Basilica adesso vuota, dove il passo dei sandali sembra essere diventato quello di scarponi che l’eco di questo silenzio assordante amplifica. Mi affaccio sulla piazza abituata ad accogliere ogni anno 6 milioni di personeil deserto più assoluto. Si percepiscono suoni che da anni non si sentivano più: il ruscello ai piedi della Basilica, il fruscio degli ulivi, gli uccelli che fanno rivivere la scena all’ingresso della Basilica Superiore, la famosa predica di San Francesco.

Migliaia e migliaia le preghiere che arrivano, tutte dello stesso tenore: proteggici, allontana questo virus, ma anche accogli il mio papà che oggi si è spento. È sorella Morte che bussa alla porta. Guardo verso l’alto e domando: dove siete? O Dio, perché non intervieni? Domande spirituali, esistenziali, in tempi forti. E pensare che la Quaresima è il tempo forte per eccellenza della Chiesa. La spiritualità può lenire, può rispondere, può dare un significato a quello che stiamo vivendo. Francesco d’Assisi nel momento più difficile della sua vita pone due interrogativi: chi sei tu o Dio? E chi sono io? A Dio riconosce la luce. A se stesso, invece, riconosce la precarietà e la fragilità. “Chi se’ tu, o dolcissimo Iddio mio? Che sono io, vilissimo vermine e disutile servo tuo?”La spiritualità allora ci aiuta a porre le domande giuste - chi sono? Da dove vengo? Dove vado? - ma soprattutto a far sì che un momento di crisi o di angoscia diventi anche un momento di riorientamento e di opportunità.

Non basta dirci passerà, riflettiamo su come passerà. È interessante notare che, nei momenti difficili, una parola umana ma dal forte valore religioso inizia a orientare il cammino: è il tempo dei sacrifici, tocca fare un sacrificio... sacrum facere, rendere sacro quello che si sta facendo. Cosa rende sacro un sacrificio? La lettura spirituale, capace di creare empatia. Di renderci più vicini, non più distanti. In questo percorso la rabbia, anche verso Dio, non è esclusa. Lo annotava anche Lutero, “Dio probabilmente gradisce molto di più le bestemmie dell’uomo disperato che non le lodi compassate del borghese benpensante la domenica mattina durante il culto”. Alla domanda di tanti di noi “dov’è Dio in questi momenti?” vorrei rispondere: è lì dov’è testimoniato l’Amore. Ecco, l’amore è la spiritualità di una vita che si fa dono per noi nel Cristo morto e risorto. Di una vita, la nostra, che diventa dono per gli altri. »

GERUSALEMME - IL RACCONTO DI PADRE PATTON AD ASIANEWS.IT

«Coronavirus, Betlemme ormai è una città fantasma. Anche i frati della Custodia sono in isolamento. La stessa cosa accade a Gerusalemme, al convento di san Salvatore, sede della Custodia di Terra Santa. Tutti i frati e i seminaristi sono in quarantena dopo le indicazioni che ha dato Israele in questi giorni. Nel frattempo il Custode, padre Francesco Patton e l'amministratore apostolico, monsignor Pierbattista Pizzaballa, sono usciti dal periodo di isolamento che era stato loro imposto dopo essere tornati dall'Italia due settimane fa. Entrambi avevano partecipato alla messa del Papa a Bari con i vescovi del Mediterraneo.


Patton - per precauzione - ha deciso che tutti gli studenti presenti nelle loro case possono uscire solo se devono andare a scuola o per il servizio religioso, altrimenti li invita a restare a casa e usare il tempo per studiare e per pregare. Il divieto vale anche per gli altri frati, possono uscire solo per reali necessità, altrimenti meglio restare in convento. Sono state anche sospese le visite degli ospiti in mensa, proprio per ridurre i rischi di diffusione del virus. 

La cittadina di Betlemme è stata posta già dalla scorsa settimana in regime di quarantena, dopo che nell’area erano stati diagnosticati i primi 16 casi di persone contagiate dal Covid -19. Da diversi giorni Betlemme si presenta quasi irriconoscibile, senza gente, senza turisti, con poche persone che arrivano. »

ROMA - LE AZIONI DI PAPA FRANCESCO

La Città del Vaticano certo non era abituata a questo silenzio. Il Papa si ritrova "ingabbiato", ma invita tutti a non essere dei "don Abbondio", ma anzi dobbiamo "inventarci" nuovi metodi per nuove sfide.
Dalla piccola chiesetta di Santa Marta, ogni giorno offre al mondo intero la sua riflessione alla luce della celebrazione Eucaristica. E come un crescendo, col suo sguardo illuminato dalla fede, pone all'attenzione di tutti noi la difficile situazione. Ha ricordato le autorità chiamate a decidere. Ha ricordato gli operatori sanitari. Oggi, martedì 17 marzo, gli anziani che sono soli e nella paura. Un invinto a non dimenticare nessuno in questo momento difficile e a non rinchiudersi nel proprio egoismo.

Francesco Bastianini - inviato Sanfrancesco.org

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