Le visite dei pontefici
Oltre 40 artisti, alcuni noti, altri semisconosciuti, raccontati da Vittorio Sgarbi nel suo ultimo libro 'Il tesoro d'Italia - La lunga avventura dell'arte', edito da Bompiani con prefazione di Michele Ainis. Proponiamo qui il capitolo 'Maestro di Santa Cecilia, vertigine geometrica'. La varietà e la ricchezza delle esperienze toscane sono testimoniate da numerosi artisti di altissimo livello, non di rado anonimi. Ad esempio, nell'ambito di Duccio di Buoninsegna, quindi in area senese, il Maestro di Badia Isola o, in aerea pisana, il Maestro di San Martino. Autori sapidi e di forte personalità, fra i quali, aulico, nobile e solenne, merita particolare attenzione un altro grande anonimo: il Maestro di Santa Cecilia. Questo sorprendente artista, all'origine della moderna arte italiana, prende il nome da una pala d'altare proveniente dalla chiesa di Santa Cecilia a Firenze, distrutta da un incendio nel 1304. La tavola è oggi agli Uffizi, ed è particolarmente notevole per la sua precocità, essendo precedente agli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova e stilisticamente affine agli affreschi più antichi attribuiti a Giotto nella basilica di San Francesco ad Assisi. Al Maestro di Santa Cecilia sono attribuiti anche il primo episodio e gli ultimi tre del ciclo di San Francesco ad Assisi. Il dipinto eponimo, dominato dall'immagine della santa, e concordemente le affini Storie di San Francesco mostrano una propensione all'architettura anche maggiore che in Giotto. Con particolare approfondimento, il Maestro di Santa Cecilia si applica alla definizione dello spazio, negli esterni dominato da composizioni fantastiche di ispirazione classica, mentre gli interni già rivelano, in modo incredibilmente premonitore, l'intuizione della prospettiva. Un ordine arcano governa le Storie di Santa Cecilia negli otto riquadri, che con equilibrata geometria affiancano l'immagine della santa, assisa su un trono che dà il ritmo alle storie laterali in una vertigine geometrica come un largo musicale. Musicale la pittura del Maestro di Santa Cecilia, come lo stesso soggetto - la patrona della musica - richiede. E L'OSSERVAZIONE dei singoli episodi tra calcolate simmetrie nei formidabili spaccati degli interni lascia intendere il peculiare percorso dell'arte fiorentina che da Giotto e dal Maestro di Santa Cecilia, passando per Maso di Banco, e Bernardo Daddi e Domenico Veneziano, porta alla compiuta coscienza della prospettiva per via matematica, conquistata da Paolo Uccello e da Piero della Francesca. Ecco: alla luce della pala di Santa Cecilia possiamo definirne l'anonimo autore un Piero della Francesca del Trecento.
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