rassegna

Giornale dell'Umbria - Umbria "insidiosa bellezza" per i francesi dell'Ottocento

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Gli scritti, diari di viaggio, dei visitatori francesi in Umbria, consegnano una immagine variegata della nostra regione, facendo riscoprire aspetti inediti o dimenticati... Gabriel Faure, per esempio, parla di «insidiosa bellezza». Il mito del viaggio si esprime attraverso tutte le letterature, in un particolare simbolismo che si riassume in un'avventura e in una ricerca di conoscenza. Il nostro tempo ci ha abituato a bruciare le tappe e ad annullare le distanze e le proposte dei media colpiscono il nostro immaginario con suggestioni curiose «aperitivo ad Acapulco e colazione a New York». UMBRIA META NELL'OTTOCENTO Nel viaggio dei francesi in Italia, l'Umbria diventa nell'Ottocento, con la riscoperta romantica del Medioevo e di San Francesco di Assisi, una meta interessante. La dolcezza, l'armonia, la severità, retaggio di antica e violenta fierezza, hanno sempre affascinato i viaggiatori stranieri d'Oltralpe. Montaigne, viaggiatore moderno ed originale per il suo tempo, si interessò delle acque minerali per curarsi e fu in Umbria dal 20 al 22 aprile del 1581. Lè Févre, medico personale del cardinale Richelieu, fu ospite di Federico Cesi, ad Acquasparta, castello sorto nell'alto Medioevo presso le rovine di Carsulae, fece parte delle Terre Arnolfe, di cui seguì le fortunose vicende. Divenne successivamente feudo della famiglia Primapesca dei Cesi, che nel secolo XVI vi fecero costruire il loro stupendo palazzo, di stile rinascimentale, con ampie sale decorate. Fra quelle mura il giovane Federico Cesi, nel 1603, gettò le fondamenta dell'Accademia del Cimento, avendo vicino Francesco Stellati da Fabriano, Anastasio Fillis da Terni e il medico fiammingo Giovanni Eckto da Deventer. Durante il suo soggiorno ad Acquasparta, Lè Févre visitò la Foresta Fossile di Dunarobba, nei pressi di Avigliano Umbro. ATTRATTI DALLE ACQUE CADENTI I viaggiatori stranieri visitarono, poi, Terni, attratti dalla Cascata delle Marmore, che ispirò al lord Bayron quei famosi versi... «Onde questo frastuono? E del Velino che precipita a piombo nell'abisso dell'alpestre ciglione della montagna...». La Cascata è sommamente mirabile, esaltante, nelle Marmore l'acqua celebra la sua apoteosi in un crollo che ha come ambiente la parete rocciosa di una stretta gola, verde di boschi e di muschi, piena di un armonioso fragore e di una immensa nuvola di vapore, sollevandosi in alto per accogliere il gioco pazzo del sole. Il Nera, poi, riceve, le acque del disfatto Velino, per farle rivivere nella sua rapida corsa. Henry Bordeaux, autore di romanzi, visitò Perugia e, nel suo diario così scrisse: «qui soffia un vento del diavolo, eccomi correre dietro al mio cappello», ammirò la possente Rocca e chi ha visto Perugia ha visto l'Umbria, ne ha penetrato lo spirito, lo ha rivissuto in sé, ha sentito il paesaggio, la storia e l'arte dell'Umbria, Perugia è forte e superba, qui le opere d'arte e il suggestivo paesaggio hanno da sempre affascinato quelli che noi, oggi, chiamiamo turisti, i curiosi visitatori, i "pellegrini della bellezza". Eugène Emanuel Viollet Le Duc, architetto francese e straordinario disegnatore, fu in Italia per un viaggio di studio nel 1836-37 e scoprì in Italia le testimonianze della creatività degli artisti del medioevo e del Rinascimento. Di questo viaggio ha lasciato una interessante memoria: numerosi disegni di architettura, di paesaggi, di statue, decorazioni e un diario "Lettres d'Italie", Paris, 1951. «Tu non puoi immaginare - scriveva al padre - come l'Italia sviluppa il gusto per la storia. Si vive qui in tre modi: nel presente, nell'avvenire (poiché l'immaginazione continuamente in movimento ripensa a quello che ha visto) e soprattutto nel passato, per intere giornate, mi sento fuori dal momento attuale...». Lo storico tedesco Theodor Momnusen, autore della "Storia di Roma", visitò l'Italia con il collega Heinrch Kiel, per trascrivere epigrafi romane, Momnusen giunse in Umbria il 9 maggio 1843, a Narni incontrò il Conte Giovanni Eroli, cultore di storia locale, che lo accolse e accompagnò alla visita della città e al famoso ponte di Augusto. Inoltre, i due viaggiatori visitarono Terni, Spoleto, Foligno, Assisi, dove ammirò il Tempio di Minerva e le tre chiese francescane. A Perugia riscrisse epigrafi e visitò archivi e biblioteche. REPORTAGE SULL'ITALIA Louise Colet, scrittrice francese, legata da amicizia con Gustave Flaubert, nel 1860 giunse in Italia, pensando di scrivere un reportage sull'Italia. La definì «vivace, chiacchierona, indiscreta, dotata di un certo spirito di osservazione e di conversazione, con impudenza, era riuscita ad avere lettere per personaggi noti e interviste». Scrisse così un libro che ebbe successo: "L'Italie des Italiens", Parigi-1862. Madame Colet visitò l'Umbria, che aveva un particolare fascino per gli stranieri, Peru gia, dove fu ospite della marchesa Florenzi, passeggiò per la città, osservò con ammirazione la sua bellezza, poi, seguì Marianna Florenzi, nella villa di Ascagnano sul Tevere, dove la marchesa si incontrava con il re di Baviera e descrisse la particolare bellezza di quel luogo. Federico Oznam, professore di letterature straniere alla facoltà di lettere della Università di Parigi e autore di opere storiche, visitò meglio, per le poderose mura, Narni, Terni e Spoleto, città ricche di memoria. La civiltà raccolta, socratica degli umbri ha interessato gli stranieri, in tutti tempi, il modo di vivere degli umbri è un gioco di abilità e di finezza, in cui si traduce un interiore senso di armonia e di equilibrio. In una terra così ricca, così palpitante e così spirituale quei visitatori trovano l'invito al riposo, storia, i segni dell'arte, ospitalità e ottimi saporosi piatti caratteristici. A Perugia, alla fine dell'Ottocento, per una notte, in un albergo di prima categoria si spendevano da tre a quattro lire per notte, per la pensione completa lire 12 al dì. In Umbria lo spirito umano ha toccato un limite alto, la sua realtà interiore è calata negli strati profondi dell'essere

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