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Giornale dell'Umbria - Da San Francisco a Los Angeles, sognando la California

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001

Da San Francisco a Los Angeles, sognando la California Leonardo Caponi, giornalista, ex senatore, ha compiuto un viaggio a Cuba, in Messico e negli Stati Uniti. Ha scritto le sue impressioni su questi Paesi in alcuni articoli che il nostro giornale ospita volentieri. Dopo quelli su Cuba e sul Messico ecco gli "Appunti di viaggio" relativi al viaggio in California, compilati, come sempre, con cura, spirito critico e profondo acume osservativo. di LEONARDO CAPONI Perugia La sconfinata pianura che unisce San Francisco a Los Angeles offre l'immagine plastica della grandiosità della natura della California, della "potenza" e della ricchezza degli Stati Uniti. Sotto un sole che brilla di luce sfolgorante, l'autostrada che la percorre, nella quale il rischio maggiore è quello di addormentarsi al volante, procede per centinaia di chilometri, tra ininterrotte coltivazioni di mandorle, prugne, mele e altri frutti. Mano a mano che ci si avvicina a Los Angeles si possono incontrare giganteschi ranch, nei cui recinti delimitati dalle classiche staccionate di legno, pascola un numero tale di bovini (cinque, forse diecimila) che fanno impressione a vederli tutti insieme. Altri numeri e altre dimensioni rispetto a quelle della vecchia e "piccola" Europa. San Francisco è una città misurata ed elegante, con un traffico ordinato e silenzioso. Hanno ragione a definirla la città più europea dell'America, non solo per i molti edifici e i quartieri in stile vittoriano, ma anche per i colori grigi tipicamente mitteleuropei e per l'eleganza del suo modo di apparire. La downtown (il centro che comprende anche la city finanziaria), ricco di grattacieli delle più grandi banche americane e del mondo, è una ostentazione di ricchezza. Fa un incredibile contrasto vedere, dopo la chiusura degli uffici alle cinque del pomeriggio, gli androni dei grattacieli riempirsi di "barboni", spuntati in gran numero da chissà dove, che con i loro stracci e cartoni si costruiscono l'alloggio per passare la notte. La maggior parte sono "bianchi" e molti di loro sono ex ricchi andati in rovina per non essere riusciti a tenere il passo con la aspra competizione sociale. Il governo americano gli passa 800 dollari al mese (chi l'ha detto che in America non c'è l'assistenza sociale?): per la verità non lo fa per buon cuore o spirito umanitario; lo fa perché hanno calcolato che tenerli in giro a delinquere verrebbe a costare di più che a passargli un minimo vitale, Del resto in America, 800 dollari sono una vera e propria miseria. Per vivere in città come San Francisco ci vuole un reddito mensile minimo di 5/6000 dollari, ad di sotto del quale conviene trovare casa in una delle città dell'entroterra e divenire uno delle migliaia di "pendolari" (camerieri, commessi, impiegati, operai) che, ogni giorno attraverso gli arditi e giganteschi ponti di ferro, raggiungono la città. La loro paga oraria è molto bassa (una guida turistica in lingua italiana prende otto dollari l'ora, meno di una badante rumena dalle nostra parti) e non consente di fronteggiare il complesso di spese (previdenziali, sanitarie, scolastiche, auto, casa, ecc) cui la famiglia americana è sottoposta. L'America è aperta, generosa, ospitale con i ricchi, che per lo più sono yankee: è piuttosto matrigna con la maggior parte delle altre razze tra le quali, la più umile e maltrattata è, oggi, quella di origine ispanica (messicani, dominicani, portoricani ecc). Fanno eccezione le persone di origine asiatica. I cinesi cominciano ad essere in numero impressionante, anche perché San Francisco è un grande porto rivolto sul Pacifico, e, al contrario delle altre razze di immigrati, sembrano essere arrivati da "padroni", nel senso di poter disporre di alti redditi individuali o di poter contare sulla protezione di comunità autosufficienti, molto numerose ed economicamente forti. A San Francisco esiste la più grande chinatwon d'America e si può avere la suggestione esatta di come sia fondata l'affermazione che vuole l'economia e la finanza americane sempre più internazionalizzate e con un peso crescente, a volte prevalente, di capitale asiatico o cinese. La Little Italy è un pallido ricordo e i bar e ristoranti "italiani" sono adesso gestiti da sud coreani e altri asiatici. A due passi da San Francisco (due passi nelle dimensioni americane) c'è la mitica Silicon Valley, tempio dell'industria avanzata e della ricerca tecnologica mondiale, mentre un'altra eccellenza nel campo della scienza e della cultura, l'Università di Berkeley, si trova nell'entroterra della Baia. Del resto la diffusione degli strumenti informatici e digitali non ha confronto con quella che c'è dalle nostre parti. Al centro di San Francisco non si incontra una persona, specie se giovane, 10/01/2014 Giornale dell'Umbria Pag. 63 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SAN FRANCESCO - Rassegna Stampa 10/01/2014 22 che non abbia il suo I-phone di ultima generazione, comprato in promozione, al quale chiede e riceve in tempo reale le informazioni più diverse. Los Angeles presenta un volto diverso: per quanto S. Francisco è signorile e ridotta, Los Angeles è grande e caotica, si potrebbe dire mediterranea. In realtà con questo nome si definisce una megalopoli di oltre 12 milioni di abitanti, composta di diverse città (la stessa Los Angeles, Hollywood, Santa Monica, Beverly Hills ecc.) attraversata da un asse centrale costituito da un'autostrada di otto corsie lunga 90 chilometri, quasi sempre invasa da un traffico inverosimile. A Los Angeles non c'è molto da vedere e la proposta turistica ruota tutta o quasi intorno al cinema e ai suoi miti. A parte questo, si segnala un territorio che sembra una valle dell'Eden, popolata di palme, con una temperatura invidiabile tutto l'anno e con una media di 322 giorni di sole. Peccato che i fumi del grande traffico automobilistico offuschino spesso l'aria e che una foschia alta e densa impedisca al sole di affacciarsi specie nelle ore del mattino. La città fu fondata dai frati francescani spagnoli e popolata all'inizio da una piccola comunità di famiglie di varie razze provenienti dai territori messicani. A Los Angeles, in pieno centro, in mezzo ai grattacieli, c'è la cattedrale di San Francesco di Assisi, costruita in stile moderno e, a poca distanza, nello spazio lasciato a ricordo dell'originario insediamento francescano e spagnolo, sorge la vecchia chiesa di Nostra Signora Regina degli Angeli (1781), nome che riecheggia e "riporta" quello della più antica catted

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