Le visite dei pontefici
Alcuni anni addietro ho conosciuto un giovane non vedente,
Michele, che mi veniva a cercare per scambiare quattro chiacchiere.
Ogni tanto mi chiedeva di illustrargli il vangelo. Un
giorno, venendo a sapere delle mie conoscenze (in verità limitate)
della lingua tedesca, mi chiese di insegnargli i rudimenti
di quella lingua. Trascorremmo l'estate, ogni giorno, a studiare
il tedesco. Egli ascoltava e poi con un punteruolo, scriveva su
una foglio particolare, che si riempiva di bolle: i suoi appunti
che poi rileggeva con le dita per ripassare la lezione. Era una
gioia quotidiana, provocata dalla conoscenza di nuove espressioni
semplici della lingua di Goethe. Di tanto in tanto Michele
voleva gli parlassi di San Francesco, che egli immaginava felice
nella contemplazione delle bellezze del creato. Lo vedevo attento,
desideroso di descrizioni sempre più dettagliate.
Uomini e donne di ogni condizione guardano a Francesco, si
sentono attratti da lui. I milioni di Francescani, che ne hanno
mutuato la regola di vita, e le decine di categorie di persone,
che lo riconoscono come patrono, portano ad affermare con
papa Benedetto XVI: “Siamo tutti un po' francescani!”.
Al patrocinio di Francesco d'Assisi, storicamente e notoriamente
riconosciuto dagli Italiani, dai cultori dell'ecologia, dai
“Lupetti” dell'Agesci, ecc., mi piacerebbe veder associati i non
vedenti: “Francesco patrono dei non vedenti”.
Pochi sanno che Colui che ha cantato la bellezza della creazione:
il sole, la luna, le stelle, le piante, gli animali, l'uomo, negli
ultimi anni della sua vita era rimasto quasi cieco a causa di una
malattia. Raccontano le Fonti Francescane: “Il devotissimo servo
del Crocifi sso messer santo Francesco, per l'asprezza della penitenza e
continuo piagnere, era diventato quasi cieco e poco vedea. Una volta
tra l'altre si partì del luogo dov'egli era e andò ad un luogo dov'era
frate Bernardo, per parlare con lui delle cose divine; e giugnendo al
luogo, trovò ch'egli era nella selva in orazione tutto elevato e congiunto
con Dio. Allora santo Francesco andò nella selva e chiamollo: «Vieni
– disse – e parla a questo cieco»”. (I Fioretti, FF. n. 1829)
San Bonaventura così scrive: “l'uomo santo, quasi cieco e ormai
prossimo a morire, incrociò le braccia e stese su di loro le mani in forma
di croce (aveva sempre amato questo gesto) e benedisse tutti i frati,
presenti e assenti, nella potenza e nel nome del Crocifi sso”. (Leggenda
minore, FF. n. 1387)
La nostra rivista, nel desiderio di far arrivare il messaggio
evangelico di Francesco ad un maggior numero di persone,
negli anni passati si è arricchita di alcune pagine in inglese e
in arabo. Oggi prende avvio un'altra scommessa: un'edizione
per non vedenti.
Siamo convinti che lo sforzo del Sacro Convento e di amici
sostenitori sarà ampiamente ripagato dal pensiero che tanti
fratelli non vedenti possano conoscere l'esperienza passata e
presente di Francesco d'Assisi.
La gioia, la “perfetta letizia” di Francesco accompagnino coloro
che leggeranno la rivista con gli occhi del cuore.
Buone vacanze!
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