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Dacia Maraini, 'Racconto di Natale'

Dacia Maraini Pixabay
Pubblicato il 25-12-2019

Un racconto della scrittrice per il sito sanfrancesco.org

Natale.
Una donna con la pancia sporgente si appoggia al braccio di un uomo anziano, dolce e paterno, con una lunga barba bianca.
“Sei stanca?” chiede lui.
“Un poco…ma quando arriviamo?”
“Non abbiamo un posto dove arrivare Maria. Quanto pensi che potrai resistere?”
“ Ho paura che nascerà prima di sera”.
“Allora fermiamoci in questa grotta, la vedi, laggiù sotto la roccia sporgente?”
“La vedo, ma non ci saranno degli animali feroci dentro?”
“Non abbiamo scelta, dobbiamo fermarci qui. Hai visto il cielo, minaccia tempesta”.

La donna dai calzari che le stringono le caviglie gonfie, la pancia che sembra una mongolfiera, teneramente si appoggia al braccio del suo uomo e insieme si avviano verso la grotta scura, dalla cui bocca pendono dei capelveneri colore smeraldo. Entrano un poco timorosi e sentono dei grugniti. E subito si tirano indietro spaventati.

“C’è una bestia la dentro”, dice la donna spaventata.
“Adesso vado a vedere, tu stai qui, torno subito”.
“Non andare Giuseppe, magari ti morde”.
Ma Giuseppe si fa forza e si inoltra nella grotta buia. In fondo, vicino a una parete di calcare dove stridono dei pipistrelli, vede un asino che mangia tranquillamente del fieno. Sorride contento e gli si avvicina per carezzargli la testa.

“C’è solo un asino e qualche innocuo pipistrello là dentro. Possiamo entrare”, dice alla giovanissima moglie.
Maria entra tenendosi la pancia che già sente dolere e dare segni di rigetto.
In quella grotta, la notte del 25 dicembre dell’anno zero, nacque un piccolo e spelato bambino che crescendo diventerà il più grande rivoluzionario di tutti i tempi.

Il bambino da adulto insegnerà ad abbandonare l’odio e la mentalità guerresca per coltivare l’amore e il perdono.
Quel bambino si chiamerà Gesù e avrà la forza di trasformare il mondo. Ma siccome la gente ha paura delle novità e delle idee d’amore, ad appena trentatré anni il giovane uomo è stato denunciato, processato e messo a morte, inchiodandogli le mani e i piedi a una croce come se fosse un delinquente.

Maria piange ancora quel figlio morto precocemente. Ma a volte, fra le lacrime, ricorderà quell’asino gentile tutto grigio e col muso striato di arancione, che si era avvicinato al bambino appena nato e lo aveva scaldato col suo fiato. “Ha salvato il mio Gesù dal freddo” usava dire. E da quel giorno ebbe in grande stima gli asini. E noi con lei.

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