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COME UNA SFIDA, SIA PER CHI CREDE DI NON CREDERE, SIA PER CHI CREDE DI CREDERE

Redazione online
Pubblicato il 08-04-2017

Interrogarsi sulla fede

Non ho risposte preconfezionate, voglio solo proporre, con l’aiuto di Papa Francesco, un cammino di iniziazione al duplice mistero dell’uomo e di Dio, proprio a partire dal forse, proprio a partire da tempi in cui molti che avevano previsto la morte di Dio si sono dovuti ricredere.

La coscienza del 20esimo secolo è quella della sconfitta. Non solo di tante illusioni, ma anche di tante speranze e certezze. E di tante preghiere apparentemente inesaudite. Il Messia sconfitto è lo specchio della nostra epoca e dei nostri cuori.

Molte voci in questi decenni hanno gridato all’obsolescenza delle religioni ma sono state messe in scacco dal persistere dell’esigenza e della ricerca dell’assoluto. Più che mai ai tempi di Papa Francesco e della sua rivoluzione spirituale con al centro una Chiesa che accompagna e non condanna l’uomo, con la sua fragilità e i suoi interrogativi. E’ possibile fare così a meno di Dio e della religione? E’ possibile ripudiare ogni spiritualità umana? E’ possibile nella realtà postmoderna, tremendamente ‘liquida’ per dirla alla Bauman, proporre modelli religiosi credibili e significativi nelle attuali condizioni di vita?

Lo stile di vita prevalente è quello pragmatico e individualista, certo, il contesto sociale è estremamente sfilacciato, con il trionfo del linguaggio tecnologico sempre più virtuale con i giovani che si trovano subissati da stimoli contraddittori In affanno appaiono le risposte fondamentali al senso della vita. Certo, siamo in un tempo di diversità culturali e comportamentali, certo apparentemente c’è scissione tra Vangelo e cultura del nostro tempo, ma è possibile dialogare da uomini di fede con la contemporaneità?

L’uomo - diceva il laico Norberto Bobbio - è un essere religioso nonostante tutti i processi di demitizzazione, di secolarizzazione e di tutte le affermazioni sulla morte di Dio. Come recuperare così la vis religiosa stando nel mondo per rispondere al mondo? Forse occorre partire dalla dignità della persona umana. Forse occorre partire dalla sconfitta della paura che provoca diffidenza e relativismo. Papa Francesco predica l’accoglienza e il dialogo, la profezia e la ragione, il dialogo interreligioso e l’abbattimento dei muri che possono dividere le coscienze. Predica il Vangelo nella sua integralità. Il Papa ci invita a non difendere delle idee, come se il cristianesimo fosse una filosofia, ma guardare la realtà con lo sguardo di Cristo . E questo significa guardare anche al di fuori della Chiesa, far conoscere ai cattolici che Dio è al lavoro anche oltre i confini visibili della Chiesa.

E’ una della sfide culturali più intriganti. S’interrogano filosofi, teologi, opinionisti, scrittori, docenti. Dice Francesco: ‘se volete abitare ponti e frontiere dovete avere una mente e un cuore inquieti.’ E noi più che mai siamo inquieti.

Come una sfida, sia per chi crede di non credere, sia per chi crede di credere. 

Non ho risposte preconfezionate, voglio solo proporre, con l’aiuto di papa Francesco, un cammino di iniziazione al duplice mistero dell’uomo e di Dio, proprio a partire dal forse, proprio a partire da tempi in cui molti, che avevano previsto la morte di Dio, si sono dovuti ricredere.

La coscienza del 20esimo secolo è quella della sconfitta. Il Messia sconfitto è lo specchio della nostra epoca e dei nostri cuori.

Molte voci in questi decenni hanno gridato all’obsolescenza delle religioni, ma sono state messe in scacco dal persistere dell’esigenza e della ricerca dell’assoluto. È possibile fare così a meno di Dio e della religione? È possibile ripudiare ogni spiritualità umana? È possibile nella realtà postmoderna, tremendamente ‘liquida’ per dirla alla Bauman, proporre modelli religiosi credibili e significativi nelle attuali condizioni di vita? Siamo in un tempo di diversità culturali e comportamentali. Certo, apparentemente c’è scissione tra Vangelo e cultura del nostro tempo, ma è possibile dialogare da uomini di fede con la contemporaneità?

L’uomo – diceva Norberto Bobbio – è un essere religioso nonostante tutti i processi di demitizzazione, di secolarizzazione e di tutte le affermazioni sulla morte di Dio. Come recuperare così la vis religiosa stando nel mondo per rispondere al mondo? Forse occorre partire dalla dignità della persona umana; dalla sconfitta della paura che provoca diffidenza e relativismo. Papa Francesco predica l’accoglienza e il dialogo, la profezia e la ragione, il dialogo interreligioso e l’abbattimento dei muri che possono dividere le coscienze. Predica il Vangelo nella sua integralità. Ci invita a non difendere delle idee, come se il cristianesimo fosse una filosofia, ma guardare la realtà con lo sguardo di Cristo. E questo significa guardare anche al di fuori della Chiesa, far conoscere ai cattolici che Dio è al lavoro anche oltre i confini visibili della Chiesa.

E’ una della sfide culturali più intriganti. S’interrogano filosofi, teologi, opinionisti, scrittori, docenti. Dice Francesco: ‘se volete abitare ponti e frontiere dovete avere una mente e un cuore inquieti.’ E noi più che mai siamo inquieti.

Il mondo è in guerra dice il Papa una terza guerra mondiale a pezzetti e le guerre cominciano dalla violenza quotidiana del linguaggio .E’ possibile invertire la rotta? E’ possibile abbassare i toni, parlare meno e ascoltare di più? Molti accusano Papa Francesco di buonismo ma il Pontefice ha proposto un disarmo personale nella lotta non violenta alla violenza. Egli crede nella forza degli incontri tra uomini, seminatori di pace, più che ai tavoli delle trattative. La scelta del dialogo e della carità quale opzione geopolitica che ha radici nella storia bimillenaria del cristianesimo.

Vivremo e contribuiremo a diffondere un nuovo umanesimo camminando insieme alle persone , a contatto con la storia e nel riferimento costante alla persona e all’esempio di Cristo. E’ questa la strada che ci permette di contribuire a costruire un’umanità nuova che riconosca e sposi la logica delle beatitudini facendo della ricerca della santità la via della felicità? Si apre una nuova stagione missionaria per i cristiani? E andando verso i lontani saremmo capaci di ripensare strutture e linguaggi?Non lo so ma occorre provarci.

di Massimo Milone


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