Le visite dei pontefici
La tappa decisiva per la storia dell'intera Valle d'Aosta è data dalla fondazione di Augusta Praetoria nel 2,5 a. C, in seguito alla deflnitiva sconfitta dei Salassi da parte delle truppe dell'imperatore Augusto. L'arrivo dei Romani, di cui restano in città preziose testimonianze, precede la cristianizzazione: probabilmente, il primo annuncio del Vangelo giunge dall'area milanese e vercellese durante il IV sec. Sono note le figure dei primi vescovi della città: Eustasio (451 d. C.); Grato, divenuto poi patrono della diocesi festa il 7 settembre) e Giocondo. La ricca documentazione archeologica, che consta di due complessi di grande importanza - la primitiva cattedrale e la chiesa cimiteriale fuori le mura - ha consentito di ricostruire con una certa precisione la fisionomia della città di epoca paleocristiana.
L'appartenenza della diocesi di Aosta, sin dall'epoca altomedievale, ai regni d'oltralpe e il suo inserimento, dalla fine dell'VIII sec., nella nuova provincia ecclesiastica di Tarantasia giustificano pienamente il suo spiccato carattere "transalpino ". Solo nel 1862 la diocesi diventò suffraganea di Torino; anche per ciò che concerne gli usi liturgici, seguì un suo rito proprio, in vigore fino al 1828.
In un certo senso, la città di Aosta mantenne nei secoli il ruolo di piccola "capitale" delle vallate che le gravitavano intorno, rappresentando per esse il principale punto di riferimento: vi avevano sede gli organismi politici e amministrativi del Ducato e le principali istituzioni culturali ed ecclesiastiche (Vescovado, Capitolo della Cattedrale). In città avevano la loro sede anche i canonici regolari della collegiata di Sant'Orso, che diedero un notevole contributo all'apostolato, specie in epoca tardomedievale e moderna, e all'arte sacra; i canonici del Gran S. Bernardo; il collegio di Saint Bénin, centro di studi superiori; i Francescani (Minori Conventuali), presenti in Valle sin dal 1352. Nel XVII sec. si insediarono ad Aosta anche i Cappuccini e i canonici Lorenesi; a cui seguirono nel 1748 i Barnabiti. Il monastero di Santa Caterina costituì l'unico ordine religioso femminile sino al XVII sec., allorché si aggiunsero i monasteri della Visitazione e delle Suore Lorenesi. Detti questi istituti religiosi furono soppressi dal governo francese, insieme con la diocesi, nel 1803. A partire dal 1817, data della restaurazione della diocesi, la Chiesa valdostana ha progressivamente perso la sua configurazione tradizionale, adeguandosi più strettamente alla prassi romana.
Nel corso del Novecento la città e la regione hanno visto evolvere profondamente la loro fIsionomia: grandi cambiamenti sono sopravvenuti con i processi di industrializzazione (soprattutto a seguito della fondazione della Società Nazionale Cogne" nel 1916) e con la conseguente immigrazione. Il volto della società è radicalmente mutato, a livello demografico, economico, culturale. La Chiesa valdostana cerca oggi di aprirsi a nuove prospettive pastorali, nel tentativo di coniugare un antico patrimonio di fede e di valori con una coerente adesione alle necessità del presente. ()
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