Trent'anni fa moriva Padre Dionisio, che diede una casa a tanti bambini soli

Redazione http://www.cittadellaspezia.com/
Pubblicato il 11-01-2020

Il frate cappuccino fondatore del Sorriso Francescano

Mercoledì prossimo ricorrono trent’anni dalla scomparsa del frate cappuccino padre Dionisio, grande apostolo della carità alla Spezia negli anni del secondo dopoguerra. Fu per molti anni cappellano dell’Arsenale spezzino e fondatore del Sorriso Francescano, che, realizzato sull’esperienza genovese di padre Umile, ospitò per decenni bambini orfani e, in seguito, bambini provenienti da paesi lontani con le loro mamme. Benché siano trascorsi trent’anni, il ricordo di padre Dionisio è ancora molto vivo in città.

Una Messa in suo suffragio sarà celebrata domenica prossima alle 11 dal vescovo Luigi Ernesto Palletti nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù di via XX Settembre. In quella chiesa, cui era annesso il convento dei frati Cappuccini, celebrò per tanti anni lo stesso religioso. Con il vescovo saranno presenti l’amministratore parrocchiale don Giuseppe Savoca e alcuni rappresentanti dei Cappuccini liguri, tra cui padre Lorenzo Battaglia che al Sacro Cuore è stato parroco. Tutti sono invitati.

Padre Dionisio, al secolo Giovanni Mazzucco, era nato nel 1907 a Silvano d’Orba, in diocesi di Tortona. A soli dodici anni entrò nel seminario dei Cappuccini a Genova Cornigliano. Nel 1931 venne ordinato sacerdote dal cardinale arcivescovo Carlo Dalmazio Minoretti. Era già molto noto, come predicatore e come operatore di carità, quando nel 1948 venne trasferito alla Spezia per ricoprire il ruolo di cappellano Onarmo per il personale civile dell’Arsenale. Erano tempi difficili e l’inizio del suo lavoro non fu facile per il frate, che però riuscì presto a conquistare la stima di tutti e a porre le basi per la costruzione della “Casa del fanciullo”: per ottenere fondi era facile vederlo ai bordi delle strade e persino come distributore di caramelle e di bevande sugli spalti del campo di calcio.

Così, nel 1959 riuscì ad acquistare Villa Podestà, che divenne la sede principale della sua opera, nella quale era coadiuvato dalla popolarissima suor Candida. Padre Dionisio rappresentò in effetti nel modo migliore il desiderio di rinnovamento e di un futuro migliore dell’intera comunità spezzina. http://www.cittadellaspezia.com/ del 5 gennaio 2020


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