Perché Babbo Natale è vestito di rosso? Scopri la vera storia di Santa Claus

Redazione Pixabay
Pubblicato il 24-12-2020

Le spoglie trafugate di San Nicola, Odino e la mitologia germanica, il Canto di Natale di Dickens e.. la pubblicità

Dieci, cento, mille Babbo Natale. Forse non tutti sanno che Babbo Natale, il simpatico signore con la barba bianca e il vestito rosso che, nonostante un giro vita non propriamente da vespa, riesce a calarsi di nascosto dal camino e a entrare nelle nostre case dispensando gioia e regali ai più piccini, non è sempre stato così. C’è stato un tempo in cui era alto e allampanato, portava un vestito verde e somigliava più a un folletto che a Father Christmas, come lo chiamano gli inglesi. Non arrivava a Natale ma qualche settimana prima. E non viaggiava su una slitta trainata dalle renne ma arrivava in sella a un cavallo bianco. Ecco la vera storia di Babbo Natale dalle origini (San Nicola di Bari) fino alla versione moderna (e commerciale) di Santa Claus che si è imposta in tutto il mondo grazie a uno spot degli anni Trenta della Coca-Cola.

San Nicola

San Nicola vescovo di Mira (Turchia) secondo la leggenda avrebbe salvato tre fanciulle altrimenti destinate alla prostituzione facendo scivolare in casa loro una dote (tre palle d’oro) affinché potessero sposarsi. O, alternativamente, avrebbe resuscitato tre giovanetti tagliati a pezzi e messi in salamoia da un perfido albergatore. Entrambe le versioni hanno corroborato la sua immagine di santo protettore dei bambini che reca loro dei doni di nascosto alla vigilia della sua festa (nella notte fra il 5-6 dicembre). Le spoglie di San Nicola furono trafugate da alcuni mercanti baresi nel 1087 e la sua reliquia fu traslata in patria dove in suo onore fu eretta la basilica di San Nicola di Bari. Dalle sue ossa si raccoglie un liquido oleoso detto «manna di San Nicola».

Odino

La leggenda del santo cristiano si intreccia con la mitologia nordica e in particolar modo con la figura di Odino che secondo il folclore germanico ogni anno faceva una battuta di caccia nel periodo del solstizio d’inverno (21 dicembre) accompagnato dagli altri dei e dai guerrieri caduti. La tradizione voleva che i bambini lasciassero i propri stivali vicino al camino riempiendoli di carote paglia e zucchero per sfamare il cavallo volante del dio e in cambio Odino li riempisse di dolcetti. Un’usanza che ricorda da vicino quella della calza della Befana tipica dell’Italia centro meridionale; nelle regioni del Nordest invece tradizionalmente i doni li portava Santa Lucia (13 dicembre).

Sinterklaas

Il Santa Claus moderno deriva da Sinterklaas, il nome olandese del personaggio fantastico derivato da San Nicola. Gli abiti di Sinterklaas sono ancora quelli del vescovo di Mira, con tanto di mitra rossa in testa, croce dorata e pastorale. Sinterklaas vola sui tetti delle case cavalcando un cavallo bianco come quello di Odino mentre i suoi aiutanti scendono nei comignoli per lasciare i doni ai bambini. E’ probabile che la tradizione di Sinterklaas sia sbarcata in America insieme ai coloni olandesi che fondarono New York (originariamente New Amsterdam). Lo spostamento di data (dal 6 al 25 dicembre) potrebbe risalire alle emigrazioni moderne: i regali spediti per la festa di San Nicolò ai figli degli emigrati dai parenti rimasti a casa arrivavano con qualche settimana di ritardo. Da lì, la sovrapposizione con il Natale.

La poesia di Clement Clarke Moore

La prima apparizione di Babbo Natale nella versione attuale è in una poesia di Clement Clarke Moore del 1823 intitolata «Una visita di San Nicola» (conosciuta anche come «La notte prima di Natale»), in cui per la prima volta Santa Claus appare come un buffo signore dalla pancia rotonda e dalle guance rubiconde che plana sopra i tetti a bordo di una slitta trainata da otto renne e viene giù dal camino col suo sacco pieno di regali in spalla.

Il racconto di Natale di Charles Dickens

A partire dalla fine dell’800 la figura di Santa Claus si fonde con quella del Father Christmas britannico, le cui origini risalgono al XV secolo ma che diventa popolare solo in epoca vittoriana. In particolar modo grazie alla raffigurazione che ne fa John Leech per illustrare lo Spirito del Natale Presente che appare a Scrooge nel Racconto di Natale di Charles Dickens del 1843: un gigante con la barba lunga (scura però, non bianca), che indossa una cappa di stoffa verde orlata da una pelliccia bianca, porta in testa un ramo d’agrifoglio e brandisce una torcia.

Guerra secessione

La sua iconografia moderna risale a un illustratore del periodo della Guerra di Secessione. Fu Thomas Nast il primo a rappresentare Santa Claus come lo immaginiamo oggi - con la lunga barba bianca e l’abito e il berretto rosso - in una vignetta pubblicata da Harper’s Bazaar nel 1863.

Babbo Natale beve Coca-Cola

Per la sua consacrazione definitiva bisognerà però aspettare gli anni Trenta e in particolare una campagna pubblicitaria della Coca-Cola ideata per il periodo delle feste natalizie da Haddon Sundblom per convincere i consumatori americani che «The Coke» non era solo una bevanda rinfrescante per l’estate ma si poteva bere tutto l’anno. Fu Sundblom a dare a Santa Claus le sue fattezze definitive: un vecchio arzillo e paffuto di rosso vestito (il rosso è il colore della Coca-Cola) che entrava in casa per portare dei doni ai bambini ma non resisteva alla tentazione di bersi anche una bottiglietta di Coca. Ultimo atto della definitiva «brandizzazione» del vecchio San Nicola. (Da Corriere.it)

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