Lettere al direttore

LA STORIA DI PADRE BENEDETTO MARTIRE IN MOZAMBICO

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001

Carissimo Padre Enzo Fortunato.

Mi chiamo Pietro, vivo in provincia di Trapani. Durante un bellissimo viaggio ad Assisi insieme a mia moglie ho conosciuto l’interessantissima rivista da lei diretta.

Dopo non pochi tentennamenti, ho trovato il coraggio di disturbarla. Vorrei sottoporle una storia, per me molto importante che, fa parte della mia famiglia. Padre Benedetto, all’anagrafe Gaspare nato da famiglia umile. Il papà contadino e la mamma casalinga. Resterà figlio unico in quanto il padre verrà chiamato alle armi per partecipare alla grande guerra del 1915-18. Guerra dalla quale non fece più ritorno, in quanto cadde in combattimento sul Carso nel 1917. Il piccolo Gaspare cresce così con la sola madre e con non poca difficoltà e stenti legati alle condizioni sociali della famiglia, ed anche agli eventi storici dell’epoca. Ciò nonostante, riesce a completare gli studi elementari (all’epoca non ancora obbligatori) ed in seguito entra in Seminario a Palermo. Il 9 Luglio 1939  viene ordinato sacerdote francescano e prende il nome di Benedetto, ovvero il nome del padre caduto in guerra qualche anno prima. Così facendo il breve e sbiadito ricordo del padre lo conservò quotidianamente nel suo cuore. Fu mandato in opere missionarie tra i popoli del terzo Mondo, ritenendosi un povero tra i poveri, insegnando loro a gestire la povertà con dignità e umiltà e non cadere, come usava dire lui, nello sconforto della miseria. Purtroppo la sera del 20 Ottobre 1976 dei ribelli del posto si introdussero all’interno della sua chiesetta di Melange in Mozambico e lo uccisero brutalmente. Adesso sono passati tanti anni dalla sua orribile morte, ma io conservo ancora vivi seppur brevi ricordi di P. Benedetto essendo all’epoca un bambino di undici anni. Ho sempre pensato al destino triste che hanno avuto prima il padre e poi il figlio. Un paio di anni fa, io e mia moglie, siamo riusciti a contattare telefonicamente un padre di Trento, il quale ci ha confermato di aver conosciuto personalmente in terra d’Africa P. Benedetto. Lo stesso ci riferì che a seguito di una guerra civile durata diversi anni, il cimitero del luogo fu profanato e smantellato, rendendo così impossibile il recupero dei resti.


Tutt’oggi sono vive due cugine ormai molto anziane che possono testimoniare ulteriori ricordi diretti sulla figura personale di Padre Benedetto. Vorrei che le nuove generazioni sappiano come il sacrificio e la devozione di Padre Benedetto si siano trasformate in ricchezza e servitù verso i più deboli ed è morto al servizio dei più bisognosi. Chiedo a lei Padre Enzo Fortunato di dedicare un po' di tempo in ricordo del nostro servo di Dio.

Pietro (TP)

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Caro Pietro,

riporto la testimonianza che ci hai voluto raccontare, nella speranza che, come hai detto tu, possa essere di ispirazione per tutti. Francesco ci insegna che dobbiamo essere d'esempio, noi per primi. Si usano spesso molte parole per indicare la via, per dire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato ma troppo spesso dimentichiamo che il nostro comportamento è un maestro che insegna molto più delle parole.


Un caro saluto di pace e bene



     

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