Le visite dei pontefici
Le stime iniziali erano di 70 mila chilometri, ma già ora Ilario si sta allargando e va per cifre tonde: 100 mila. Centomila chilometri da percorrere con lei, la sua Vespa, compagna di una vita. Modello Sprint Veloce (si fa per dire, ovvio) del 1970, un Vespone verde con tocchi di bianco e di rosso, tanto per non passare inosservati. La povera Corazzata (alias Amerigo Vespuccia) è carica come un mulo - tra zaino, kit da campeggio e qualche strumento essenziale per provvedere a se stessa - ma finora sta facendo più che bene il suo lavoro, malgrado qualcuno l'additi come "that thing", "quel coso".
Il progetto di Ilario Lavarra, globetrotter ventottenne, è il giro in sella delle tre Americhe: da New York all'Alaska, passando per il Canada, poi giù lungo la costa ovest degli Stati Uniti fino alla frontiera con il Messico. Da qui Panama, El Salvador, Nicaragua. E ancora Colombia, Ecuador, Perù, Bolivia, Cile, Capo Horn e risalire lungo Argentina, Uruguay, Paraguay, Brasile, Guyana francese e Venezuela. Ripartenza da New York, così da chiudere il cerchio. Per ora Ilario, che è partito l'8 maggio, è ancora a meno di metà percorso: girati gli USA, attraversato il Canada e raggiunta l'Alaska, si trova in Centro America, dove sta puntando la sua Corazzata verso il profondo Sud. "Il mio non è un sogno impossibile", racconta a Repubblica.it da un caffè di Antigua Guatemala. Ecco come lo sta realizzando e qualche chicca dal viaggio: invidiosi, non leggete oltre.
"Ho capito che dovevo farlo durante un viaggio in Turchia", ricorda Ilario. "Ero arrivato in Cappadocia, sempre con Corazzata e sempre in solitaria. Ho provato delle emozioni molto profonde e mi sono reso conto che era arrivato il momento di darmi da fare per avverare ciò che sognavo ormai da anni: girarmi le Americhe". Detto fatto: dopo la laurea in Economia, Ilario ha passato i successivi quattro anni a lavorare e risparmiare il più possibile. "Ho lavorato per quattro anni nell'ufficio vendite di una fonderia di Modena. Ho ridotto al minimo le spese, eliminando tutto ciò che mi sembrava superfluo. In questo modo sono riuscito a mettere da parte più di 30 mila euro: il budget che avevo fissato per la partenza".
Trentamila euro su un viaggio di un anno e mezzo/due significa una spesa quotidiana di 40/50 euro massimo. "Un'impresa quasi impossibile in un paese come gli Stati Uniti", confessa Ilario. "Tra benzina, cibo, pernottamenti e spese per visite a parchi e musei, mi sono accorto che stavo uscendo dal budget. Anche dormire in un ostello o in un campeggio privato voleva dire spendere sui 30 dollari a notte. Così ben presto ho iniziato a dormire dove capitava: buttavo la tenda nei boschi, nei parchi, nei giardini delle scuole". Ora che ha raggiunto il Centro America, però, è tutta un'altra storia: "La benzina costa meno e per pranzare e cenare riesco a stare sotto i dieci euro al giorno. Stessa cosa vale per ostelli e alberghetti: va detto che non sono un tipo dalle grandi pretese!". D'altronde, l'opzione di partire con più "sicurezze" Ilario l'ha avuta, ma ha deciso di rifiutarla. "Giuro che non ho nessuno sponsor", tiene a precisare. "Ho preferito non avere costrizioni mentali di nessun genere. Volevo che questo viaggio fosse solo mio, un'avventura dettata dalla passione e dalla necessità di scoprire, stupirmi, imparare". Per questo nel suo blog, Vespanda.com, il diario da cui racconta passo passo i suoi spostamenti, alla voce "sponsor" c'è solo una scritta, sprezzante e provocatoria: "Libero da tutto. Free of all".(Repubblica)
Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.
Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA