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Tecnologia/Ecco come saranno i computer del futuro

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001



Il riconoscimento del contesto è la nuova frontiera dell'interazione fra uomo e macchina. O, più concretamente, l'elemento evolutivo che cambierà radicalmente il modo con cui le persone utilizzeranno la tecnologia. Questo è il futuro a cui crede fermamente Justin Rattner, direttore degli Intel Labs e Chief Technology Officer (nonché Vice President e Senior Fellow) del gigante dei processori californiano. Un futuro in cui i dispositivi toccheranno nuovi livelli prestazionali e di intelligenza e daranno all'utente ulteriori capacità di interagire con il proprio oggetto hi-tech. Il tema ricorre da tempo nelle pubbliche apparizioni di Rattner

Le fondamenta della sua visione e di quella della società di Santa Clara risiedono in buona sostanza in tre elementi: la maggiore potenza di elaborazione a bordo di computer e device mobili, le avanzate opzioni di connettività wireless di cui sono dotati e le innovative funzionalità che permettono il rilevamento. Da questi presupposti si progettano i dispositivi che sapranno riconoscere il contesto, che sapranno cioè anticipare le esigenze degli utenti e forniranno periodicamente a questi ultimi indicazioni e suggerimenti su misura durante la giornata, vestendo metaforicamente più i panni di un "personal assistant" che di un personal computer. Almeno come lo intendiamo oggi.

I dispositivi informatici saranno quindi sempre di più una sorta di "assistente personale" capace di fornire consigli e in futuro si interagirà con i Pva, acronimo di Personal Vacation Assistant, e cioè sistemi basati su diverse fonti di contesto e installabili in un tablet o in un device collegato a Internet. Sistemi che supporteranno con informazioni in tempo reale (per esempio preferenze di viaggio personali) l'utente.

Per fare questo, e molto altro, come ha spiegato Rattner al Sole24ore.com, i pc di domani saranno equipaggiati con diversi sensori, hardware e software, che andranno ben oltre le capacità offerte dalle applicazioni (basate su sensori) oggi disponibili. Se i Gps possono permettere di localizzarci e di abilitare strumenti di geotagging, i dispositivi hi-tech del futuro sapranno combinare le informazioni inerenti la posizione della singola persona e cosa gli succede intorno con i dati personali dell'agenda e quelli caricati sui social network. E opereranno da "adviser" personale.

I computer e gli smartphone di domani saranno insomma sempre aggiornati su chi siamo e su come viviamo, lavoriamo e giochiamo e tutto ruoterà - ha spiegato il Cto di Intel – "sulla progressiva maggiore interazione del device con l'utente. L'embedded computing sarà ovunque, non solo nei dispositivi mobili che ormai tutti ben conosciamo". È questa, sostiene convinto Rattner, la frontiera che può raggiungere la tecnologia con il riconoscimento del contesto. Oggi è realtà solo a livello di laboratorio, fra qualche anno non dovremo stupirci se per operare con computer e dispositivi mobili ci basterà utilizzare il pensiero, attraverso apposite interfacce che metteranno in comunicazione "macchina" e cervello umano. Non è fantascienza, è il progetto "Human Brain", che gli Intel Labs stanno portando avanti con la Carnegie Mellon University e l'Università di Pittsburgh per capire cosa si può ricavare sullo stato cognitivo di una persona partendo dal modello della sua attività neurale.

Rimanendo un po' più "terreni", Rattner è dell'idea che dopo la tecnologia touch "saranno il 3D e i sistemi plug and play per il riconoscimento emozionale la vera rivoluzione dei prossimi anni" ma sensibili innovazioni sono ovviamente attese anche a livello di processore. Intel sta lavorando sul silicio su più fronti, parimenti strategici e prioritari: il potenziamento delle prestazioni, l'efficienza energetica e la sicurezza, componente che registrerà, assicura Rattner, "grandi passi in avanti nei prossimi 4/5 anni".

I nuovi sistemi di rilevamento, raccolta e condivisione delle informazioni contestuali non dovranno minimamente pregiudicare la riservatezza e l'integrità dei dati personali, tanto più che i dispositivi sempre connessi in mano agli utenti saranno miliardi. Le Cpu del futuro saranno quindi progettate per migliorare le funzionalità di difesa di tutti i dispositivi informatici da possibili attacchi e avranno a bordo ancora più intelligenza per capire quando utilizzare il massimo della potenza di elaborazione e quando no, disattivando alcuni componenti e riducendo ulteriormente i consumi.

Tornando al presente, alle tecnologie e ai device che vanno per la maggiore di questi tempi, Rattner ha così risposto alla domanda se i tablet, iPad in testa, possono considerarsi dei computer: "pur essendo progettati per consentire all'utente una migliore fruizione di determinate funzionalità non sono ancora paragonabili, da un punto di vista della produttività, ai notebook". Entrambi, tavolette e classici portatili, costano però ancora oggi non meno di 500 dollari o giù di lì. Accanto ai pc capaci di riconoscere il conteso potremo allora vedere computer da 100 dollari destinati al mass market?

La risposta data da Rattner apre spiragli in tal senso: "fra 4-5 anni, forse, arriveremo a macchine che costeranno 200 dollari, tenendo sempre però presente il target di utilizzo". Già, perché nella testa del Senior Fellow di Intel ci sono idee che vanno molto al di là delle mere ed indispensabili logiche di business. Vedi per esempio il progetto di ricerca Sens (Socially ENabled Services), secondo cui si potrà rilevare e identificare le attività dell'utente e condividere queste informazioni in tempo reale con familiari e amici collegati in Rete tramite avatar animati su qualsiasi tipo di schermo a portata di mano o di dito. Di pc, smartphone o televisore. (ilsole24ore.it)

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