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Società/Saviano: «Così funziona la macchina del fango. Democrazia in pericolo»

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001



«Da un po' di tempo vivo come una sorta di ossessione, che riguarda la macchina del fango, il meccanismo che arriva a diffamare una persona»: per questo «la democrazia è letteralmente in pericolo»: è l'allarme lanciato da Roberto Saviano nell'editoriale della prima puntata di Vieni via con me, il nuovo programma che l'autore di Gomorra ha scritto e conduce con Fabio Fazio su Rai3. «La democrazia è in pericolo - ha detto Saviano - nella misura in cui se tu ti poni contro certo poteri, contro questo governo, quello che ti aspetta è un attacco della macchina del fango, che parte da fatti minuscoli della tua vita privata». «C'è differenza - ha continuato lo scrittore - tra inchiesta e diffamazione», perché «la diffamazione usa un solo elemento e lo costruisce contro la persona che decide di diffamare». Lo scopo del meccanismo è «poter dire: siamo tutti uguali» e invece «dobbiamo sottolineare le differenze». L'autore di Gomorra ha poi citato «la storia della casa di Montecarlo di Fini, che è stato intimidito», poi la vicenda di Boffo, «direttore cattolico che inizia a criticare governo da un giornale cattolico (Avvenire, ndr). E la macchina del fango lo mostra come una specie di criminale perchè omosessuale: impensabile, incredibile». E ancora la vicenda della «presunta omosessualità di Caldoro» diventata «l'arma usata da un suo collega di partito, Cosentino». Lo scrittore si è poi rivolto direttamente ai giovani: «Mi piacerebbe raccontarvi di una persona che è riuscita a resistere a una macchina del fango gigantesca, Giovanni Falcone». Di qui un lungo excursus, scandito da brani di articoli di quotidiani - in parte letti anche dall'attrice Angela Finocchiaro - sulle accuse e sui tentativi di delegittimazione del giudice e dell'intero pool antimafia siciliano. Durante la trasmissione, dove è intervenuto anche Roberto Benigni, Nichi Vendola ha invece letto un elenco dei diversi modi per definire gli omosessuali da «invertito» a «buzzarone», da «pederasta» a «cripto-checca». Gli fa eco subito dopo Saviano che mette in fila i comportamenti che "dalle sue parti" individuano i gay: dalla «birra con le fette di limone» alle «unghie pulite» alle «scarpette sugli scogli» al «fare la puntura da sdraiati». Commento ironico di Vendola: «Non so più qual è la mia natura sessuale». Poi però il tono si fa serio e Vendola legge l'elenco delle possibili espiazioni dell'omosessualità: da «evirato» a «deportato nei lager e nei gulag», da «confinato» a «ricoverato in manicomio» e «stuprato per punizione». E ancora le classificazioni dell'omosessualità nella vita pubblica: «crimine», «disordine», «pulsione di morte», «sporcizia», «peccato». Allora, conclude Fazio citando una recente battuta del premier Berlusconi, «si dice che è molto meglio guardare le belle ragazze che essere gay?». «È molto meglio essere felici», risponde Vendola. Benigni si è prodotto invece in un'inarrestabile serie di gag sul caso Ruby e sulle dimissioni del premier Silvio Berlusconi. Il comico movimenta la serata di Vieni via con me con un lungo monologo finito con un rap dedicato alle proprietà del presidente del Consiglio. «Premetto che i gossip sessuali sono spazzatura. Sono qui per parlare di politica», ha esordito il premio Oscar. «Se queste notizie venissero confermate, ma io non credo, figurati se è vero, dice che c'è un premier che è stato con una minorenne marocchina, ma per ragioni d'età non è stata resa nota l'identità del premier». Poi il dito nella piaga della crisi con l'appello a Berlusconi: «Silvio, non ti dimettere, non dare retta a Fini, perché altrimenti ci rovini, non si lavora più. Santoro, Fazio, l'Unità, Repubblica non lavorano più. E poi Ghedini che fa, il solito film horror? Silvio, tieni duro, dai retta a me». Salvo poi aggiungere, più avanti: «Dimettiti... Non ne possiamo più». Poi ancora su Ruby: «Berlusconi ha detto che la vicenda è stata una vendetta dalla mafia. La mafia una volta ti ammazzava, ora invece ti manda due escort in bagno... Io ho il terrore di questo». Poi, rivolto ai mafiosi: «Siete delle bestie, vendicatevi di me, fate schifo: vi fornisco l'indirizzo del mio albergo a Milano». (Ilmessaggero.it)

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