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MESSAGGIO FRANCESCANO ALL'ITALIA

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001

On.Maurizio Sacconi, Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali

Eminenze reverendissime,
Ministro Generale dell'Ordine dei Frati Minori Conventuali,
Autorità ecclesiastiche, civili e militari tutte,
gentili signore e signori,

anche quest'anno celebriamo solennemente San Francesco, Patrono dell'Italia. E lo celebriamo proprio nei giorni in cui si fa memoria del «transito», suo ultimo viaggio verso la Casa del Padre.

Ed io, che sono salito su questo colle con lo spirito del pellegrino come voi, mi sento onorato di poter rappresentare oggi tutti gli Italiani, che venerano nel Poverello di Assisi il loro Patrono e il “fratello universale”. E' da questo sacrario di fratellanza, che dobbiamo attingere le forze per una pacificazione sociale e una esperienza di solidarietà, che sono lo sfondo etico dell'impegno delle Istituzioni, ad ogni livello.

L'Italia – come molti altri Paesi d'Europa e del mondo – sta attraversando una stagione storica di cui non siamo stati in grado di prevedere le crescenti difficoltà.

La crisi finanziaria di questi giorni, che sta sconvolgendo consolidati equilibri, rappresenta il punto finale di queste dinamiche e non può non divenire, dunque, l'occasione per un forte richiamo a una gerarchia di valori fondati sulla persona, sulla fratellanza, sulla carità.

È soprattutto in queste fasi che occorre mantenere viva la speranza e promuovere una radicale rinnovamento di se stessi, nel nome della responsabilità e della vita buona.

La lezione di Francesco d'Assisi ci insegna che, per combattere il male occorre avere l'intelligenza e il coraggio di «accendere una luce, e le tenebre fuggiranno spaventate». Quale sia per il Santo quella luce è ovvio: si tratta della luce che promana dal bene e dall'amore. Mentre ad alcuni potrebbero forse suonare come ingenue esortazioni, queste parole di Francesco dischiudono un messaggio cruciale per il presente e per il futuro : la luce della carità è ancora ben presente, talvolta nascosta, ma sempre scintillante, nella nostra società.

Nel nostro Paese la tradizione cristiana, insieme a quella operaia di stampo mutualistico, ha generato nel tempo opere di carità mirabili, che hanno contribuito in maniera decisiva ad innalzare la qualità della vita.

Poi, ideologie che hanno negato o ridimensionato la centralità della persona hanno prodotto decenni di statalizzazioni che hanno compreso persino opere pie efficienti. Più recentemente lo Stato ha preso atto di questo errore e ha ridato lentamente fiducia ad una società civile che non aveva mai smesso di esercitare la carità. Dalla normativa sulle Onlus, alle agevolazioni fiscali come il “più dai meno versi”, al recupero di democrazia diretta attraverso il cinque per mille, ci si sta muovendo per recuperare il tempo perduto

Il risveglio della propensione all'aiuto solidale si accompagna, però, ad inedite situazioni di emergenza sociale. In particolare, se numerose ricerche scientifiche insistono sul grado di povertà “percepita” o “relativa”, ogni giorno siamo costretti a constatare che sempre più persone rischiano di vivere in condizioni di povertà “assoluta”.

Per questo motivo, nelle prossime settimane sarà avviata per costoro la sperimentazione di una “carta sociale” elettronica, moderna infrastruttura per veicolare sostegni al reddito, agevolazioni tariffarie, sconti negli acquisti dei beni primari, anche grazie al concorso delle liberalità. Il recupero e la garanzia dell'essenziale per tutti rappresentano una priorità indiscutibile per la politica e le istituzioni.

Ecco che allora la sempre suggestiva cerimonia di accensione della lampada votiva, a cui abbiamo assistito poco fa, oltre all'altissimo valore spirituale di cui è simbolo, può essere accolta come un'indicazione preziosa e un lieto auspicio per l'Italia, per tutti i nostri Comuni e per tutti i cittadini.

Non dobbiamo temere le tenebre, ma dobbiamo illuminare la vita delle nostre famiglie e delle nostre comunità con gesti concreti di attenzione solidale. Non dobbiamo lasciarci trascinare dalle «preoccupazioni di questo mondo», ma contribuire a vivere insieme, sulla base di saldi principi condivisi, in una maggiore armonia nel segno della fraternità umana.

In un tessuto sociale, diviso e lacerato, la proposta di Francesco cominciò dal radicale rinnovamento di se stesso. E si sviluppò in un messaggio positivo ed altamente significativo : quello di costruire attraverso la carità e la solidarietà una struttura sociale, la quale ha letteralmente dato un volto ed un'anima al nostro Paese. Per questo la storia e noi lo chiamiamo l'uomo nuovo, o come felicemente qualcuno sottolineò, il più italiano dei santi.

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